La Pro Patria edizione 2015-16 sembra proprio voler smentire il detto secondo cui “una volta toccato il fondo, si può solo risalire”. Purtroppo l’impressione è che ci sia ancora da scavare. Anche quei pochi eroici irriducibili che ancora frequentano lo “Speroni” hanno ampiamente perso la pazienza, se è vero che sabato pomeriggio gli ultras hanno abbandonato il settore poco dopo l’1-0 della Giana Erminio. Altri tifosi, incrociati all’uscita dallo stadio, auspicano che da qui alla fine la squadra non indossi più la storica maglia biancoblù. Insomma, la misura è colma, e in effetti la gara con la Giana (condita dalla 21a sconfitta stagionale) rappresenta – per pochezza tecnica, tattica, atletica e agonistica – uno dei punti più bassi toccati dai biancoblù nella loro storia recente. L’esonero di Alessio Pala – espressamente richiesto dai senatori della squadra (ma a quanto ci risulta, non condiviso da Patrizia Testa) – non solo non ha provocato alcun miglioramento (né sul piano dei risultati, né su quello del gioco) ma ha addirittura peggiorato la situazione. Non ne facciamo una colpa ad Angelo Mastropasqua, che non ha l’esperienza (e nemmeno il patentino) per guidare la squadra. Oggi la Pro
Patria è una squadra sostanzialmente autogestita, di fatto priva di una guida. E questo in campo si nota eccome. La Pro Patria di Pala creava poco in avanti, quasi nulla, ma era solida in difesa e correva. Una squadra brutta ma presentabile. Quella vista contro la Giana è una formazione allo sbando, senza capo né coda, vulnerabile in difesa e impalpabile in attacco. E con una condizione fisica inquietante. Era proprio così necessario cacciare Pala per ritrovarsi in questa situazione paradossale, considerando che Mastropasqua non ha il patentino? A questo proposito, la chiamata in extremis del romano Luigi Alvardi appare l’ennesima bizzarria di questa stagione strampalata (anche in questo caso sembra che Patrizia Testa abbia solo “subìto” la scelta di chiamare Alvardi). Tanto valeva portare a termine la stagione con un allenatore regolarmente “patentato” come Pala, visto che l’avvicendamento in panchina non è servito ad accendere neppure una piccola scintilla a livello psicologico. Intanto la retrocessione in Serie D potrebbe diventare matematica stasera, se l’AlbinoLeffe battesse in casa il Pro Piacenza. Il rischio è che nelle rimanenti 5 giornate i tigrotti sbrachino definitivamente, rimediando ulteriori figuracce. Toccato il fondo, si scaverà ancora?