«Higuain? Non è Diego. A Udine bagno di umiltà»

Tifoso doc - Gennaro Francese senza freni: «A Napoli abituati troppo bene. Il Varese pensi solo a maglia e tifosi»

Siamo seduti ad un tavolo dell’Orchidea, in via Donizzeti a Varese. Davanti a noi c’è Gennaro Francese, intento a pranzare. Sono le 15.30, e lo disturbiamo perché lui ha due cuori: uno che batte per il Napoli, l’altro per il Varese.


Tu lo sai già cosa penso. Scrivilo sul giornale che ci siamo scontrati più volte sull’argomento…


Innanzitutto a questo Napoli si possono fare solo i complimenti. Siamo noi tifosi ad essere dei malati immaginari e pretendere sempre di più.


Ma cosa stai dicendo. Amico mio, ti ricordi ad inizio campionato che per un paio di partite storte volevano tutti mandare via Maurizio Sarri?


Secondo te, era giusto? Perché un uomo veste con la tuta, e non con la giacca e la cravatta vale meno? Sarri ha avuto due grandi meriti.

L’umiltà e il lavoro. Di questo Napoli pensavamo tutti che fosse una squadra da Europa League, e invece guarda ora dove siamo.


Ma cosa stai dicendo? Non dire cavolate! Ora viene il meglio.


Perché Sarri prenderà da parte Gabbiadini e il resto della squadra e gli dirà: «Spenti i riflettori su Higuain, ora ci siete solo voi. Visto che tutti guardano lui e voi altri non esistete agli occhi del mondo, dimostrate che non è così, dimostrate di avere gli attributi».

E quindi Manolo tornerà pure in Nazionale, perché è un grande giocatore.


Perché, cos’avrebbe dovuto fare Sarri? Togliere Higuain per lui? Hai presente che se gli azzurri avessero perso in una partita, lo avrebbero appeso in piazza?


Sarri è nella stessa condizione di Claudio Ranieri quando allenava in Italia. Guardate, De Laurentiis parla di progetto e poi gli fa il contratto per un solo anno…

eri?

Anche per Ranieri è sempre stato così qui da noi, e poi ci stupiamo di quello che fa al Leicester. Altro che stupirci, dovremmo vergognarci di come lo abbiamo sempre trattato!


Vi ricordate di quando Insigne usciva scocciato dai cambi? Ora non lo fa più, lo ha fatto crescere, gli ha fatto capire che quando entra in campo e viene sostituito deve inginocchiarsi, baciare la maglia e ringraziare perché lo fa giocare titolare.


Certo, ma si è campioni grazie alla testa.

È un grande giocatore. Ma se reagisce come ha reagito ad Udine dimostra di non esserlo. Lui fallisce sempre i momenti decisivi: l’anno scorso in Europa League e nel rigore contro la Lazio in campionato… Sai qual è il problema?

È che noi siamo stati abituati troppo bene. Abbiamo avuto una stella, e quella stella la cerchiamo in altri giocatori.


Certo: Diego non avrebbe mai fatto una cosa del genere. E se anche nella vita si fosse comportato come si comportava in campo a 60 anni sarebbe ancora a giocare, ve lo dico io.


Con lui al Napoli la Juve avrebbe sicuramente 3 punti in meno, non so se mi spiego. Messi è una stella ma non brilla come Maradona. Sai perché?

Perché Diego, quando lo falciavano da dietro e cadeva, durante le capriole sul terreno si era già rialzato, aveva ripreso la palla ed era già in porta a segnare.

Diego era la generosità fatta persona: si scartava tutti gli avversari e poi serviva i palloni a Careca, che doveva solo buttarli dentro.


Abbiamo preso una lezione di umiltà, e sono contento che questa lezione sia arrivata da uno come De Canio: un altro eterno maltrattato dal calcio italiano. Ma ditemi voi, se lui e Spalletti non sono stati dei grandi a tenere fuori Totò Di Natale e Totti?


Nel derby Spalletti ha dato la fascia a Florenzi, a Totti la presterà l’ultimo giorno di campionato, dicendogli: «Prendila e saluta tutti da grande campione, quale sei».

Rudy Krol, uno che in campo diceva: vai a destra e poi ti faceva dei lanci millimetrici. Non ne sbagliava uno. E poi due portieri: Luciano Castellini detto il Giaguaro e Dino Zoff.

Stefan Schwoch, che chiamavo l’Apache. In B, dove servono gli uomini prima dei calciatori, ha fatto la differenza. Ogni palla era un gol. Per la scalata dalla C alla A, posso solo ringraziare Reja.

Gloria che vorrei dare anche a un giocatore del Milan.


Vorrei incontrare Paolo Maldini. E se un giorno entrasse dalla porta del mio ristorante, gli chiederei scusa per come è stato trattato a fine carriera.


Lo faccio per amore della squadra della mia città. Specialmente quest’anno: il Varese è la squadra dei tifosi, e ha vinto due campionati…

Uno…


Vero.

Sai cosa auguro al Varese? Di essere la prima società in Italia dove non servono le reti per dividere i tifosi. Quest’anno abbiamo dimostrato che è possibile che anche il calcio abbia gli stessi valori del rugby. Lo dico sempre, andiamo tutti a vedere il Rugby Varese per imparare cosa vuol dire davvero tifare


Con il terzo tempo, il Varese, in questa stagione ha dato lezioni di calcio in campo e lezione di civiltà sugli spalti. Merito dei suoi tifosi.

Nella nostra storia siamo caduti tre volte, e ci siamo rialzati sempre. Ma questa volta è diverso: il Varese è diventato completamente dei suoi tifosi. A chi lo dirige – spero che non se la prenderanno per quello che sto per dire – chiedo solo di essere coscienti di ciò, e di fare le scelte solo per il bene di questa maglia, di questi colori e di questa gente.