«Bene la trasparenza, passo avanti. Ma ci dicano come usano i soldi»

Parla Ermanno Werthhammer, presidente dei commercialisti di Busto: “Le complessità rimangono”

Ben venga l’iniziativa della precompilata che vuole semplificare la vita al contribuente e migliora le informazioni presenti nella banca dati dell’Agenzia delle Entrate.
«È un modo per avvicinare il Fisco al contribuente, il cittadino allo Stato e per consentire maggiore efficienza, trasparenza ed equità», premette il presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti contabili di Busto Arsizio .

«Ci vorrebbe la stessa trasparenza sulle spese dello Stato, un’efficienza maggiore anche su come vengono usati i soldi dei contribuenti».
Nessuna vena polemica, piuttosto la concretezza di un’operazione – quella della dichiarazione dei redditi precompilata – che potrebbe costare meno al cittadino che decidesse di fare da sé (senza rivolgersi a un Caf o a un professionista), ma intanto «è già costata lacrime e sangue a chi ha dovuto fornire i dati all’Agenzia delle Entrate e potrebbe incappare in sanzioni pesanti se avesse fatto degli errori».
I moduli precompilati non sono, insomma, esattamente un’operazione a costo zero per imprese, assicurazioni, università, enti previdenziali, medici, consulenti paghe, banche che hanno dovuto inoltrare i dati dei loro clienti, ricorda il dottore Commercialista. «Il cittadino risparmierà 80 euro di Caf o un po’ di più se si rivolge a un professionista, ma non credo che una chiacchierata una volta all’anno con il commercialista, in grado di dare informazioni puntuali, sia tempo sprecato», annota Werthhammer.
«Inoltre basterà dover aggiungere qualche dato non presente nella precompilata o porsi il dubbio di un controllo sul modulo per doversi comunque affidare a qualcuno».

In ogni caso, «ben venga l’intenzione di avvicinarsi al contribuente come già avviene in altri Paesi, peccato solo che il nostro Fisco continui ad essere complesso e che su una famiglia, ad esempio, pesi ben altro che 80 euro di Caf».
Basta un breve elenco del dottor Werthhammer per capire: per le spese di un asilo nido una famiglia non detrae più di 120 euro all’anno, per il figlio alla scuola dell’Infanzia 76 euro, 40 euro per lezioni sportive e su duemila euro di tasse universitarie, non oltre 380 euro. «In Europa, l’Italia è il fanalino di coda nelle politiche destinate alla famiglia: in Germania lo Stato dà 184 euro al mese per ogni figlio e al terzo figlio si passa a 215 euro; in Francia due figli significano 7.000 euro l’anno. Da noi soltanto i dipendenti godono degli assegni familiari che non equivalgono, comunque, a grandi cifre».
E ancora, pensando anche a chi non ha figli: «Perché non esentare il bollo auto o non togliere il 5 % di accise sulla benzina?» domanda il presidente dei Commercialisti di Busto Arsizio che vede con favore la precompilata, ma sa anche che «non è il regalo di Natale dello Stato ai contribuenti».
Basterà avere qualche dato in più da inserire in dichiarazione dei redditi, per lasciare da parte la precompilata e bussare alla porta di un professionista.