L’arrivo di una decina di profughi che da metà maggio circa saranno ospitati nella ex Casa Famiglia che si trova nella frazione di Colmegna, fa andare su tutte le furie il sindaco di Luino . «Il business che si sta creando sui rifugiati a spese dello Stato è davvero uno scandalo – attacca il primo cittadino in un comunicato stampa diffuso ieri mattina – se consideriamo che
il rimborso giornaliero per ogni profugo varia dai 33 ai 35 euro, possiamo ben comprendere il giro d’affari che l’operazione nel suo complesso crea. Soltanto la struttura di Colmegna beneficerà di un rimborso dallo Stato di oltre 100 mila euro l’anno ed è del tutto evidente il vantaggio economico derivante dall’acquisto dell’immobile dell’ex Casa Famiglia, investimento che si pagherà da solo in brevissimo tempo».
Il progetto di accoglienza nella ex Casa Famiglia, all’interno della quale sono in corso dei lavori di ristrutturazione per permettere di ospitare, tra circa tre settimane, i migranti richiedenti asilo politico, è stato promosso dalla Caritas della Diocesi di Como di cui Luino fa parte. A gestire tutti gli aspetti del progetto sarà la cooperativa Agrisol, che già segue analoghe esperienze di inserimento e integrazione di migranti a Maccagno con Pino e Veddasca, Caravate e Dumenza, le cui comunità fanno sempre parte della diocesi comasca.
A scatenare la protesta del sindaco, il fatto che l’amministrazione comunale sia stata tenuta all’oscuro di tutto e il business che si sta creando attorno al problema dell’arrivo dei migranti in Italia. Un problema legato quindi non solo alla contigenza del caso di Luino, ma generale.
La ex Casa Famiglia un tempo era un asilo, poi per qualche tempo ha ospitato ragazzi in difficoltà, ma da qualche anno è chiusa per problemi burocratici ed economici e cosi il consiglio di amministrazione ha deciso di affidare la struttura alla Caritas.
«Portare rifugiati in Italia è per qualcuno un affare – prosegue Pellicini nella nota – in questa situazione fanno la parte del leone le diverse associazioni del privato sociale, attivissime nel recuperare immobili per la gestione del massimo numero di profughi; a rimborsare il costo di tutto è lo Stato italiano che poi non ha più un soldo per i nostri poveri, lasciati senza casa e senza risorse». Questo ovviamente non vuol dire non affrontare l’emergenza umanitaria.
«Il Comune di Luino accogliendo l’invito del prefetto ha fatto la sua parte accogliendo già sei profughi – conclude il comunicato del sindaco – bisogna prestare particolare attenzione all’enorme business gestito dal privato sociale, ciò per evitare che arrivino a Luino molti più profughi del dovuto per il semplice fatto che ognuno di loro ha un valore economico. Non è possibile, che questi accordi vengano fatti senza che la legge preveda l’autorizzazione da parte del Comune di appartenenza».