Tra Varese e i playoff c’è Della Valle. «Con Wright siete diventati tosti»

Questa sera a Masnago (18.15) arriva Reggio Emilia: serve vincere e sperare

Arriva la sfida più bella nel momento migliore. Questa sera a Masnago (18.15) arriva la Grissin Bon Reggio Emilia, non certo l’avversaria più morbida, di sicuro però lo stimolo giusto per continuare a sognare i playoff e avvicinarsi con lo spirito migliore alle Final Four del prossimo weekend. La sfida più bella, sì, perché l’anno scorso al PalaWhirlpool finì dopo tre supplementari, vinsero gli emiliani 112-118, e fu un punto di svolta per entrambe: Reggio Emilia prese il volo, Varese perse Kangur e iniziò una lunga involuzione.

L’eroe di quella serata fu Amedeo Della Valle, che abbiamo voluto intervistare in preparazione di questa partita, perché è un bel personaggio, perché è forte e perché ha fatto di tutto per rientrare in tempo per calcare il parquet di Masnago. Sembrava dovesse saltarla, invece ci sarà e ce lo conferma lui stesso: «Oggi gioco, ho recuperato perché volevo esserci, già mi è pesato saltare quella con Sassari, ma questa conta di più». 25 ottobre del 2014, terza giornata di campionato: Varese è reduce da due vittorie nel derby con Cantù e con Pesaro, a Masnago arriva Reggio Emilia e nasce una partita epica, risolta dopo tre supplementari. Menetti concede tanti minuti ad Amedeo Della Valle, che lo ripaga con 32 punti: «Me la ricordo bene quella partita, soprattutto perché quando offri prestazioni di un livello del genere tendi sempre a ricordartele. É stata forse la mia prima vera grande partita in Serie A, un motivo in più per ricordarsela. Ricordo che avevamo parecchie assenze, ma arrivò comunque una vittoria clamorosa soprattutto per il modo in cui ci riuscimmo». 32 punti e anche qualche scaramuccia con i tifosi di Varese, che Amedeo minimizza: «Sì, ma per cose inesistenti, ero stato accusato di un gesto che in realtà non ho mai fatto. Niente di che».
Una cosa è certa, da quella sera le storie di Reggio Emilia e di Varese sono cambiate: «Dopo quella partita noi facemmo un grande salto di qualità, mentre Varese fece l’opposto, si spense pian piano dopo una partenza a livelli altissimi. Siamo stati bravi l’anno scorso ad arrivare fino in fondo come lo siamo stati quest’anno, fino ad ora, a mantenere uno standard di rendimento molto alto. Chiaro che è ancora lunga». La Grissin Bon può ancora sognare il primo posto, ma è difficile, molto più realistico pensare a consolidare la posizione attuale: «É difficile che Milano le perda entrambe, quindi noi dobbiamo scendere in campo per blindare la nostra seconda posizione. Ci bastano due punti a dirla tutta, quindi questa partita con Varese e la prossima per noi contano sotto questo aspetto, e non è poco».
Incontrare la Varese di Moretti in questo momento non deve essere facile per nessuno, nemmeno per la squadra seconda in classifica: «Sarà una gara molto intensa e difficile, e di sicuro la grande atmosfera che ci sarà al palazzo trascinerà la squadra. Varese con l’ingresso di Wright è cambiata molto, il contemporaneo spostamento di Wayns come guardia ha dato parecchi benefici sia alla squadra che allo stesso Wayns. Sono davvero molto pericolosi e ci sarà da stare attenti, perché sono in gran forma».

Cosa significa Varese per te? «La vivo nei racconti di Achille Polonara ed Andrea De Nicolao, che sono molto orgogliosi di averci giocato e mi confessano molto spesso di essersi trovati da dio. E poi l’atmosfera che c’è al palazzo è una delle più calde d’Italia, è una bella sensazione giocarci». Dopo l’esperienza NCAA al college di Ohio State, la NBA per Amedeo è solo un sogno: «Adesso non ci penso nemmeno, è impensabile. Sono spesso in contatto con il mio amico Mussini che ha fatto una bella stagione a St. John’s, se lo merita. Anzitutto, per quanto riguarda me, mi piacerebbe giocare in Eurolega, prima o poi mi capiterà. Poi vedremo». A Reggio Emilia ha appena aperto il Facciacattiva Store, in omaggio all’espressione coniata da Amedeo durante gli scorsi playoff. Una domande sorge spontanea però: chi ha la faccia più cattiva, Della Valle o Kangur? «Eh, forse Kangur, perché è tosto per davvero ed ammetto che è un giocatore che mi è sempre piaciuto fin da quando ero ragazzino, fa molta sostanza ed è estremamente solido».