Agli albori del terzo quarto ha già 4 falli sul groppone che lo limitano per tutto il resto della partita. La squadra sopperisce alla sua assenza, ma certe ingenuità potevano pesare come macigni in altre situazioni.
Non stava bene prima della partita e non sta meglio durante, però riesce a segnare nei turning point della gara risultando decisivo. Una cosa del genere, qualche mese fa, non sarebbe successa.
Entra in quintetto al posto di Wayns e risponde presente in ogni fase. La difesa non è il suo forte ma si applica con una grinta da applausi. Arriva quasi in doppia cifra e punisce Reggio dall’arco in una sola occasione, che però taglia le gambe agli emiliani.
In alcuni frangenti è una scheggia impazzita e incontrollabile. Penetra, tira, segna, assiste: fa quello che vuole. É la chiave di volta della stagione di questa squadra e finché ha questo stato di forma, si può sognare.
Prestazione sontuosa, di personalità, esperienza, lucidità. Ha il gravoso compito di non far rimpiangere Davies e ci riesce alla grande. Segna, è solido a rimbalzo, astuto e roccioso in difesa. Tutta Masnago era nelle sue mani, non ha tradito. Giù il cappello.
Sentenza definitiva: la sua faccia è più cattiva di quella di Della Valle. Inizia con 5 punti di fila e prosegue con un climax di giocate intelligenti. Masnago è ai suoi piedi.
È talmente adrenalinico che difende con fin troppa foga, ma senza eccedere. Giù sulle gambe, body check, e fa innervosire gli avversari. Una costante della sua stagione: si carica a molla e si prende sulle spalle una tifoseria intera.
Non ha spazio dall’arco e la sua partita termina senza alcun tentativo da 3. Inusuale, per uno come lui, che però è scaltro e si reinventa attaccando (bene) il ferro.