«Ora so di poter essere un leader»

Ciclismo - Edward Ravasi racconta l’ottimo secondo posto al tour de l’Avenir: «Bravo a reggere la pressione»

Lo abbiamo seguito, ci ha fatto emozionare e saltare sulla sedia ad ogni scatto. Non sempre “vincere è l’unica cosa che conta”, perché in questo caso il secondo posto di Edward Ravasi al Tour de l’Avenir è un successo. Per tanti motivi. L’Italia non vince il “piccolo Tour de France” dal 1973, con Guido Baronchelli, prima di lui ci era riuscito un certo Felice Gimondi. Nell’albo d’oro dei vincitori, spuntano nomi

come Miguel Indurain, Laurent Fignon, Nairo Quintana, Esteban: , la crema del ciclismo mondiale. In 43 anni per l’Italia sono arrivate quattro medaglie di bronzo, mai nessuno che si avvicinasse quanto Edward al successo. Il besnatese è un diamante raro nel panorama del ciclismo italiano, ancor più varesino, e questo risultato è il fiore all’occhiello di una stagione sempre ad alto livello. A una settimana dal termine della corsa, ne parliamo con lui.

Il mio bilancio è più che positivo: puntavo a entrare nei primi cinque della generale, consapevole che avrei corso con i migliori del mondo, alcuni dei quali già si cimentano a livello professionistico. Sono veramente soddisfatto del mio Tour. Non voglio negare di averci creduto negli ultimi giorni, mi sono ritrovato secondo a pochi secondi dal primo posto. Però alla fine va bene così.

Moltissimo. In questa stagione sono riuscito a mantenere fede all’obiettivo che mi ero prefisso ad inizio anno, ossia confermarmi ad alti livelli e ottenere un risultato importante a livello internazionale. Questa gara mi ha dato tanto, temevo di patire una giornata no come successo al Giro della Valle d’Aosta, invece sono stato freddo nei momenti cruciali, ho saputo reggere la pressione che un ruolo da leader può comportare. Esco rinfrancato da questo Avenir.

Sì, l’anno scorso c’è stato anche il successo in Coppa delle Nazioni. Il ct Marino Amadori è stato bravo ed è solo da ringraziare perché ci ha permesso di colmare il gap nelle ultime stagioni rispetto alle altre nazionali, grazie anche alle nostre squadre che ci hanno sempre permesso di andare con la nazionale.

Il progetto è partito da poche settimane, ma sono veramente contento perché è sicuro fino al 2020. Avrò la possibilità di crescere tranquillamente in una World Tour con grandi basi, magari cercando di imparare dai grandi campioni.

Questi giorni di riposo mi sono serviti perché la settimana precedente è stata intensa sia a livello fisico che mentale. Domani (oggi) riprendo a Carnago, poi il giorno dopo (domani) correrò in Toscana una delle mie ultime corse da Under. La gamba è buona, avevo proiettato la condizione migliore proprio per metà settembre, in preparazione anche degli Europei che alla fine non correrò. Anche se il percorso non è adattissimo a me, proverò a correre da protagonista. Sulle strade di casa, poi, è sempre un piacere.

Sì, come detto non correrò più l’Europeo: era previsto si corresse a Nizza, dopo gli attentati però le disposizioni sono cambiate e la manifestazione è stata annullata. Con la maglia della Lampre, correrà due prove del Trittico, la Bernocchi e l’Agostoni, per quanto riguarda la Tre Valli Varesine c’è ancora un punto di domanda, perché potrei correre due prove ancora tra gli Under.