Il precampionato è caos allo stato puro: provare a mettervi ordine e a leggervi un vaticinio dei giorni che verranno è impresa soggetta a facili insuccessi. Ah già, gli Indimenticabili: zero sconfitte d’estate, stagione da rotocalco. Il giorno in cui capirà che quella è stata l’eccezione in grado di confermare la regola, il popolo del basket varesino metterà finalmente il suo cuore in pace col passato. E con il presente. La Varese di oggi va invece spiegata così. Per essere competitiva (e secondo il nostro parere si tratta della migliore degli ultimi quattro anni: ha talento, versatilità, promesse potenzialmente in grado di deflagrare sul basket italiano, abbondanza di uomini con punti nelle mani e infine conoscenza delle trappole dell’incognito che solo le conferme da una stagione all’altra regalano) ha dovuto stringere due patti con il diavolo: il recupero di Maynor e l’integrità di Kangur. Giudicarli entrambi, ora, non ha alcun senso: vanno aspettati, perchè – da sani, in caso di scommessa vinta – marchieranno a fuoco la squadra. Varese ha poi Paolo Moretti: un allenatore, non un gestore. Uno che insegna un sistema, uno che assolda un esercito e
non dei killer, un maestro che necessita di tempo per intonare fisici e menti alle sue stesse frequenze, uno con cui andare lontano se gli si dà del materiale da plasmare. Quest’anno la sostanza c’è e non pare aver bisogno né di aggiunte, nè di correzioni: se il coach non ha scuse, non le ha nemmeno chi dal 2015/2016 non ha imparato la lezione della pazienza. Rimane solo un problema : chi o cosa batterà il Benfica, in una contingenza in cui la difesa va registrata, Anosike sembra un pesce fuor d’acqua e il contatore del fiato è scandito dalla sabbia di una clessidra? Semplice: ci penserà il caos, lo stesso di cui sopra. Quello in grado di dare una mano a una creatura che si farà con pochi dubbi di sorta, ma che ora è un atto di fede che vale la pena professare. Ci penserà l’imponderabile, quello che può decidere di strizzarti l’occhio o di voltarti le spalle indipendentemente dal merito e dall’oggettività, soprattutto quando entrambe non hanno ancora il terreno ideale su cui dipanarsi. Varese-Benfica sarà un “fottuto” terno al lotto: così è, se vi pare. n