Un paffuto biancorosso, solare e sorridente. Che domenica sarà con noi

Marco Caccianiga ricorda il piccolo Martino Colombo, scomparso tre anni fa

La fine del mondo può arrivare in molti modi ma, di solito, è nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, nell’improvviso mutare del corso degli eventi. Accadde così. Dicono che i poeti nascano quando il Cielo, la Terra ed il Mare vivono in pace tra loro. Non quel 10 novembre del 2013, non in quella parte di mondo ove un papà con due figli trovò riposo. Quella notte la Misericordia andò in corto circuito. Fabrizio, Luca e Martino. E Mamma Licia, a casa, a percepire l’Apocalisse. Tanto si è scritto e detto. Tante lacrime versate. Incredulità. Stupore. Ma, cinicamente, la vita non è fatta di pensieri tristi e separazioni, vi è il boiler dell’acqua calda da riparare, la spazzatura da mettere fuori e tutte quelle piccole faccende che necessitano attenzione. Mamma

Licia lo ha vissuto sulla propria pelle. Mamma Licia è un’eroina. Mamma Licia è uno scrigno di potenza. Mamma Licia, come tutti noi, è nulla. È una donna come le altre, una scintilla di coscienza su questo pianeta. Chinò la testa e pregò. Sperando che ci fosse qualcuno ad ascoltarla. Pregò per la propria umanità. Non per la compassione che, come scrisse qualcuno, si concede ai vecchi ed agli stupidi. Mamma Licia vinse. Mamma Licia ballò nella tempesta. In lei per prima e in tutti noi la disperazione muta in malinconia. E malinconia è ricordo. Martino era un paffuto biancorosso. Solare e sorridente. Sfilò con tutti i suoi compagni, la settimana prima del Diluvio, allo Stadio Franco Ossola in occasione di Varese-Juve Stabia. Bambini di tante Scuole Calcio, per mano.

E Martino avvinghiato al suo Mister Federico, bambino tra i bambini. Felici, rumorosi, ma molto seri. I bambini si affidano a ciò che i grandi non vedono. Come Alessandro il Grande vogliono essere ricordati per l’immaginazione. Martino, come il papà ed il fratello, seguiva spesso il Varese, partecipava con entusiasmo alle partitelle tra bimbi giocate nell’intervallo sul campo grande, era parte di un grande gruppo di amici vestiti di biancorosso. Martino esiste. Martino che divora persino il mio piatto di maccheroni al Torneo di Cugliate. Martino è il nostro angelo, il simpatico Casper che si diverte con i piccoli biancorossi nella Gabbietta Martino. Ci piace pensare che trovi pace e divertimento a 169° longitudine ovest e 19° latitudine sud, nelle terre della Fantasia, del Gioco e dello Svago. Martino parteciperà con noi, domenica, al party in suo onore presso lo Stadio Franco Ossola. Ci sarò. Con Mister Cosimo, Federico e Paola, colleghi, fratelli con i quali ho condiviso per undici anni un’esperienza tatuata nel cuore. Un’esperienza colorata di bianco e rosso, infinita, come la gioia di ricordare un piccolo gioiello di nome Martino.