Lady Gaga e Brad Pitt in mostra a Villa Panza

Robert Wilson propone Tales, i suoi video portraits tra personaggi dello spettacolo e animali

«Tales» significa racconti, narrazioni. «Tales» è il titolo della mostra progetta per villa Panza da Robert Wilson, uno degli artisti visivi e teatrali più importanti del mondo. Una narrazione è un dispositivo in via di sviluppo, che conduce da una situazione di partenza a una di arrivo e che comporta una metamorfosi per i personaggi che ne sono coinvolti. Tutto questo accade anche in Tales: i video portraits di Robert Wilson ritraggono soggetti famosi (Lady Gaga, Brad Pitt, Isabella Rossellini, Roberto Bolle, etc) che uniscono la fissità del ritratto alla sua continua e lenta mutazione. La lentezza con cui avviene il cambiamento dell’immagine mette in discussione il fruitore, che può reagire spazientito, riversando nell’attesa le frustrazioni dell’uomo contemporaneo, le stesse a cui Robert Wilson con le sue opere vuole opporsi.

Wilson definisce i suoi video portraits dei «paesaggi mentali», delle «finestre» e sottolinea lo stretto rapporto con il suo lavoro teatrale. «In alcuni di essi c’è una sorta di citazione diretta dal teatro stesso – spiega Anna Bernardini, curatore della mostra – Un esempio è Marianne Faithfull, ripresa truccata come il suo personaggio in uno spettacolo realizzato da Wilson con Tom Waits e William Burroughs». Allo stesso modo, per Wilson, il «tempo del teatro» è

una sesta dimensione che coinvolge tutti, uomini ed animali, senza eccezione. C’è un aneddoto in grado di spiegare questo concetto, risale al backstage della realizzazione del portrait della pantera nera Ivory: «l’animale era su un tavolo davanti alla telecamera e aveva un collare al collo. Io ho chiesto alla padrona di liberarlo – ha raccontato Wilson – Alcuni dei 45 tecnici hanno lasciato il set per paura che l’animale si avventasse su di loro. Ma la pantera è rimasta ferma per 23 minuti, tempo durante il quale nessuno si è mosso. Questo perché il teatro è un’entità unica, che coinvolge uomini e animali. La quarta dimensione è l’immobilità e ha la forza di una belva feroce». Questa sesta dimensione, che potremmo chiamare tensione ipnotica, è la stessa che vive il fruitore quando guarda le opere, mutando insieme ad esse, ma rimanendo nello stesso momento immobile.

In Tales vive anche il Conte Giuseppe Panza: lungo l’intero suo percorso collezionistico, in particolare negli anni Sessanta e Settanta, Panza fu attratto da quelle tendenze artistiche in grado di dare voce al vuoto attivo dello spazio e del pensiero (in primo luogo minimal art e conceptual art) senza trascurare la sensibilità per il colore e per la luce, una «finestra» che collega l’interiorità all’esteriorità. Al Conte Panza, Wilson ha dedicato una suggestiva installazione permanente (intitolata «A house of Giuseppe Panza») in cui traspaiono temi cari a entrambi, come l’amore per lo studio, la contemplazione e la ricerca del silenzio.

Visitando la mostra – che si snoda tra il parco e il primo e il secondo piano della villa – si è colti dalla sensazione di essere in transizione. Personaggi del mondo delle arti e dello spettacolo, nei video portraits, si alternano ad esemplari del mondo animale, perlopiù in via di estinzione. Il contemporaneo mette in scena i classici, come Lady Gaga che rivive in tre celebri dipinti del passato connessi all’idea della morte (uno fra tutti: Testa di San Giovanni Battista del 1507). La luce crea nuove architetture. Tales è una materia viva, che merita di essere scoperta per iniziare un viaggio prima di tutto in se stessi.