Viene sollecitato diverse volte nel primo tempo, risponde sempre presente in maniera efficace. Sui due gol non ha responsabilità, anzi si esibisce in un miracolo in uscita su Messias.
Il fatto che non giochi da molto e che venga schierato a sinistra non è una scusante. In Serie B, quando giocava meno di adesso, Bettinelli lo schierò lì contro il Bari e lui annullò De Luca. Perché in quel Varese era l’ultimo degli ultimi e giocava con il coltello tra i denti. Ecco, vorremmo rivedere quel Luoni, perché in Serie D deve fare molto più (dal 25’ st
Con lui il Varese è a trazione anteriore, ma non basta).
Tiene in piedi la difesa praticamente da solo, non lo saltano mai, si sgancia in avanti nelle fasi finali per cercare il pareggio. La sua personalità è quella che tutti devono avere per poter raggiungere all’obiettivo.
Gettato nella mischia a sorpresa, non ha il ritmo partita nelle gambe, e non è colpa sua. Perde il passo sul cross da cui nasce il vantaggio del Chieri, poi si comporta bene gestendo diverse situazioni con tranquillità.
Si salva per la voglia di non mollare mai e per la costante spinta difensiva. Poi gli errori che commette sono parecchi, però partite così gli permettono di crescere.
Per buona parte della gara il migliore del Varese, per costanza, per aggressività, per spirito di sacrificio in attacco ed in difesa.
Non ci voleva: torna presto Federico (dal 17’ pt
Entra con il giusto spirito, randellando chiunque gli capiti a tiro, non perde un contrasto e tiene alta l’intensità fino alla fine. Avrà meno qualità di Zazzi, però su uno come lui si può contare).
Va spesso in difficoltà sul pressing del Chieri e con la palla tra i piedi è poco sicuro. Troppo compassato e troppo poco falegname.
La solita corsa, ma fino alla metà della ripresa non salta mai l’uomo. Poi inizia ad arare la fascia ma le sue scorribande non vengono sfruttate dai compagni d’attacco.
Minuto 34 della ripresa, occasione colossale sui suoi piedi dopo un cross da destra di Becchio. Lui controlla, aspetta, cerca il colpo difficile. Giovio, il Giovio che conosciamo, in quel momento deve calciare e pareggiare. Stop.
Corre, sbuffa, fatica, salta di testa, segna un gol che viene annullato, ma è sempre in ritardo su ogni pallone, finendo nelle fauci di Cacciatore e Benedetto.
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