Sala non si ferma, Tino un po’ nervoso. Di Caro si sacrifica, Allodi richiamato

Mira porta geometria, Anzano stretto nella morsa. Le pagelle rossoblu di Emanuele Barbati

Partita positiva nonostante il risultato perché in occasione dei tre gol non poteva fare nulla di più. Preciso nei rilanci e sulle uscite, sta diventando sempre di più una certezza.

Il più giovane in campo, classe ’99, viene influenzato dalla prestazione della squadra, perché fa quello che può cercando di limitare i danni. Un po’ meno del classico compitino.

Come i suoi compagni di reparto poteva fare di più sui calci piazzati avversari. Gioca discretamente fino a quando commette il fallo da rigore, poi il mister lo richiama perché già ammonito (
entra e fa poco).

Ci ha abituato a prestazioni migliori. Le sue sbavature nell’impostazione del gioco da dietro e negli anticipi lo fanno diventare uno dei bersagli preferiti dei richiami di Spilli.

Nervoso, impreciso e lontano dal giocatore capace di creare pericoli praticamente ad ogni discesa. Spinge poco e quando lo fa non riesce quasi mai a mettere dei cross in area.

Spettatore non pagante nel primo tempo, nella ripresa aumenta i giri nel motore, ma nel finale spara addosso a Pissardo sciupando l’occasione per realizzare il gol della bandiera.

Sul giudizio pesa la posizione (il vertice basso non sembra quella più congeniale alle sue caratteristiche) ma sacrificio, abnegazione e attaccamento alla maglia non mancano mai (
entra e crea subito una situazione pericolosa, servendo Oldrini che però sciupa il suo prezioso assist).

In un centrocampo che crea poco è l’unico che prova a produrre qualche occasione, anche se l’unica efficace è la sponda per il sinistro di Castagna nel primo tempo. Spende molto in fase di copertura. (
con lui in campo si vede più geometria, quello che mancava alla Varesina fino al suo ingresso).

Uno dei pochi sufficienti e per delle valide ragioni: corre, lotta, sbaglia poco e uno dei pochissimi tentativi rossoblù verso la porta del Varese porta la sua firma.

Giocare palla alta su di lui contro Ferri e Viscomi non è esattamente la soluzione migliore, ma anche quando ha la palla tra i piedi non salta l’uomo e non crea pericoli.

Impegno e intensità ci sono, non manca la grinta. Solo che il Toro è un attaccante e pare avere le polveri bagnate anche nelle rare volte in cui viene servito.