La coppa dei tonfi e delle scuse. Solo il 22enne Avramovic si salva

Conclusa l’avventura in Champions ecco la media voto dei biancorossi, specchio di un’avventura da dimenticare

La coppa dei tonfi, la coppa delle scuse, la coppa dei rimpianti (a furia di magnificarne il livello, forse ci si è dimenticati di guardare la classifica: con tre vittorie in più Varese sarebbe stata ai playoff), la coppa cartina tornasole di una stagione balorda. Voto per voto ecco la media (voto) dei 13 biancorossi scesi in campo nella tenzone continentale.

, ) Il migliore in coppa, uno che una coppa non l’aveva mai giocata. Devastante nell’effimera gioia dell’esordio contro Villeurbanne (29 punti da marziano, voto 9), è stato costante nel rendimento europeo ben più che in campionato. Evidente come fosse un puntino bianco su una tavolozza colorata di nero pece, emerge dall’assoluta inconsistenza (soprattutto mentale) dei compagni.

). Stecca solo a Oldenburg, nella serata dell’addio. Nella quale, però, mostra anche un limite che sta diventando conclamato: non è lui il “go to guy” dell’attacco biancorosso, soprattutto quando la palla scotta. Troppo lieve il suo primo passo, troppo timido il suo temperamento. Esordisce contro il Neptunas nel ritorno, a giochi-qualificazione ampiamente fatti.

È “l’eroe” della qualificazione alla fase a gironi: “quello venuto qui solo per gli allenamenti” a Lisbona mette sette punti decisivi, ripetendosi al ritorno. Santa esperienza, che però non riesce mai – nel prosieguo – a raddrizzare le sorti del cammino continentale varesino. E nemmeno potrebbe.

«Ti sei accorta di me, quasi per caso…». Moretti lo “scopre” il 14 dicembre contro il Neptunas: 17 minuti in campo (e 12 punti) dopo averne giocati manco 10 in tutte le altre partite. Per fare la coppa in questo modo, tanto valeva dar fondo alla panchina fin da subito. No, coach?

Sostanza e pasticci, come da dna. Il suo apporto offensivo non manca quasi mai, anche perché nel continente del basket gode di minor asfissia difensiva rispetto a quella che lo penalizza in Italia, dove tutti ne conoscono pregi, ma soprattutto difetti. Nelle 14 partite europee tira anche bene da tre (38,5%).

Il giovanotto dai garretti esplosivi appare e scompare: cancella Uter e Watkins, poi si fa mangiare vivo da Clanton, poi risorge fermando Rosa e Usak, poi ancora commette 5 falli in 11 minuti nell’epilogo. È Norvel Pelle, è un ragazzo di 23 anni.

) Il “bello di notte” si vede solo nel girone di ritorno, in un crescendo che ha il suo massimo (12 punti) nella sconfitta contro il Ventspils di fine dicembre.

Si salva quasi sempre, ma trascinatore lo è davvero solo contro Ewe all’andata e Paok al ritorno. Il refrain è sempre lo stesso: da lui ci si aspetta molto di più.

Si passa dal 3 (Oldenburg) al 7,5 (Rosa Radom) con una facilità disarmante. La stessa con cui il buon Eric accende e spegne la luce del suo talento e della sua voglia

. Mister rimbalzi non lascia mai il segno. Da Gibilterra a Capo Nord fare incetta di carambole non sempre basta.

L’inizio ce lo ricordiamo: la tripla tutta attributi che stende Villeurbanne è uno dei pochi cimeli stagionali degni di questo nome. Il resto del cammino è meglio cancellarlo presto dalla memoria, compresa la scelta di evitargli il viaggio a Klaipeda. Tra l’altro bella mossa, quest’ultima, nella costruzione psicologica del gruppo.

Negli occhi e nel cuore la sua prestazione contro il Rosa, l’ultima gara disputata in Champions: sofferente, inadeguato.

Non è il suo livello. Period (che in inglese significa punto).