La risposta del Consorzio è stata positiva, unita, compatta, decisa, ed il futuro non fa paura. Le parole del presidente Alberto Castelli esprimono al contempo fiducia ed orgoglio, per l’ennesima prova di attaccamento dei consorziati alla causa, offerta martedì sera durante l’assemblea: «Non è la prima volta che lo dico, ma ripeterlo è sempre una piacevole conferma: da queste assemblee esce un gruppo sempre più coeso, appassionato e disponibile, come in questo caso, a fare ciò che va fatto. C’è sempre il desiderio di mettere un tassello e, mi è capitato già in altre occasioni, questa è la conferma della passione che vive all’interno della proprietà».
Il caso specifico è la decisione, presa senza levate di scudi, di partecipare al ripianamento del buco di bilancio lasciato dalla gestione passata di circa 700-800 mila euro, e portato in superficie proprio martedì sera: «Siamo un gruppo eterogeneo per definizione, legato da una passione condivisa. Non siamo preoccupati per il buco, ma non perché siamo incoscienti, ma semplicemente perché siamo consapevoli del fatto che c’è una coscienza del sacrificio, di avere un’importanza. A valle il problema sarebbe più complesso se questi requisiti non esistessero. Invece, ogni volta di più, ci rendiamo conto che il Consorzio risponde presente. Per quanto mi riguarda, non conta il fatto che la gente abbia risposto perché una parte del gap sia già stato trovato. Per me conta che la gente abbia risposto, e c’è una sensibile differenza. Concettualmente è molto importante. Ognuno può rispondere nei modi e nelle misure che vuole, però questa compattezza significa che si lavora con la voglia e con la passione verso questa realtà. Un aiuto importante è arrivato, ma questo non cambia la sostanza delle cose da un punto di vista di fattibilità. Uno risponde alle necessità nel modo in cui può, ma queste sono dinamiche interne. Quello che ognuno può dare, chi più chi meno, è sempre un contributo fondamentale. L’importante credo sia raggiungere l’obiettivo finale».
Una coscienza che negli ultimi anni è aumentata all’interno del Consorzio Varese nel Cuore; «Due anni fa credo, dissi che per tutti i consorziati era nata una coscienza superiore del ruolo di proprietari. Molte persone che come me hanno iniziato questa avventura, lo hanno fatto un po’ per passione, un po’ per caso, un po’ perché coinvolti da qualcuno. Senza chissà quale idea, senza sapere bene cosa ci avrebbe
riservato il futuro. Nel tempo l’idea è mutata in una consapevolezza sempre maggiore del ruolo che il Consorzio ricopre, ossia di proprietario del 95% delle quote di Pallacanestro Varese. Ma non in termini di supremazia o arroganza, bensì per uno spirito di servizio, di assunzione di responsabilità, ed io ne sono onorato ogni giorno di più, perché non viene fatto per un ritorno particolare, è una scelta di passione».
Nei prossimi mesi, il Consorzio è atteso ad un importante check-up, un punto di incontro in cui verteranno tutte le idee per possibili nuovi scenari e modifiche della composizione e delle regole attuali: «Questo è un discorso in divenire, perché crediamo che dopo sei anni sia giusto fare dei ragionamenti. Ci siamo detti “pensiamoci”, abbiamo lanciato il sasso. In questo momento non è possibile dire con certezza cosa sarà, però ritengo giusto che si faccia un pensiero. Nella vita è bello mettersi in gioco e non ritenere fossilizzate certe idee e certe abitudini. Noi lo faremo, e vedremo dove ci porterà».