Andrea Crugnola è un ragazzo di Varese, 28 anni il prossimo mese di Aprile, popolare perché è uno di quelli che corre, anzi, che rincorre un sogno, che mette il sacrificio davanti al resto, che ci prova, che rischia, che guida. È un pilota di rally classe WRC2, la seconda mondiale dopo la famosissima WRC.
È fatta di sacrifici, non sono un professionista. O meglio, lo faccio come un professionista ma non vengo retribuito dalla casa madre. Mi ritengo comunque qualcosa di più di un amatore.
Lavoro con mio padre e mio zio, ci occupiamo di rivestire interni di auto, siamo tappezzieri. 3 o 4 volte la settimana vado in palestra col mio preparatore atletico, Marco Armenise, per allenarmi e per rimanere ulteriormente in forma il martedì e il giovedì mi alleno con la Ternatese, una squadra di seconda categoria della zona.
Non è presente nella mia quotidianità, non quella da rally quanto meno. Ho un simulatore a casa per tenere i riflessi pronti, ma non è la stessa cosa.
Si fanno dei test pre-gara durante la settimana che accompagna alla gara vera e propria, si mette a posto l’assetto e si cerca di trovare la soluzione migliori, si fanno gli ultimi accorgimenti.
No, semplicemente fanno più test di me perché hanno budget diversi. Diciamo che loro fanno 70 giorni di test in un anno, io 10.
Bisogna essere appassionati del mondo motoristico e del rally sin da piccoli. Io ho iniziato a fare kart quando avevo 8 anni, ho corso 3 anni per una squadra bresciana, finchè papà, che correva nei rally, non mi ha trasmesso questa passione.
È sicuramente una delle gare più famose del mondo, vuoi per il fascino del principato di Monaco, vuoi per la neve, il ghiaccio… E poi c’è il Col de Turini che è qualcosa di mistico per i rallysti. Se tu dici Turini a uno dell’ambiente sa subito di cosa parliamo.
Non è andata male, avendo cambiato la categoria il livello si è alzato e mi sono scontrato con piloti forti che usano 4 ruote motrici da tempo. Nei primi 3 giorni di gara c’era molto ghiaccio, ho faticato, mentre nella quarta giornata è andata bene, ho ottenuto due terzi posti di classe. Tra ricognizioni e gare sono stato in ballo per 11 giorni, bellissima esperienza.
Una stagione al top, con tutte le 7 gare principali, costa 450/500 mila euro. Io non ho quel budget, sto cercando altri partner, ma riesco a farne comunque 5; l’obiettivo è quello di arrivare a 7.
Sicuramente il gruppo Hsa Cosmetics, il mio copilota Michele Ferrara, Fulvio Solari del Golden Egg, Alessandro Borrelli, Generik e tutti gli amici che mi seguono.
Sulla mia pagina Facebook, Andrea Crugnola.
Ce ne sono tanti, ma essere pilota ufficiale e tester Renault Sport 2015 mi ha dato una grande soddisfazione.
L’anno scorso, stagione sfortunata: avevamo poco budget e ci siamo accordati con una squadra che non era al top. Ringrazio ancora chi mi ha dato una mano e ha creduto in me quest’anno.
Sicuramente quando finiscono le corse e ci sono le feste! Anche se ci sono più donne in pista, però quando corri in Polonia o in Filandia è divertente.
Più che di farmi male, ho la paura di uscire di strada e di dovermi ritirare. Non vai mai a pensare che può succedere a te, non durante la gara. Certo a bocce ferme mi capita di pensarci.
Ai padri, non andate a portare il figlio a una gara di auto: costa troppo! Scherzo… Tornando seri, posso dire che è uno sport bello, ci sono molte regole, devi aver tanta tenacia e tanta voglia di arrivare, ma soprattutto essere seguito da persone che possono darti una mano nella crescita. Ti crea. Non puoi vivere sugli allori, soprattutto ad alti livelli.
Se un ragazzo che inizia ha la prospettiva di arrivare al campionato del mondo non deve correre sull’asfalto, ma su terra, da subito. Non sul territorio italiano, le regole da noi e la conformazione delle strade sono diverse, all’estero si cresce più in fretta. In Lettonia a 15-16 anni si corre.
Riuscire a vincere almeno una gara quest’anno: farlo significherebbe mettersi in evidenza ai massimi livelli.
Amo mangiare al Mc Donald: se dovessi vincere una gara sono pronto a rinunciarci per un anno intero! Promesso!