“Ci sono bugie, grosse bugie e poi ci sono le statistiche”. Cos’è cambiato nel rendimento di Cavaliero e compagni con l’avvicendamento in panchina che ha portato Attilio Caja sul ponte di comando? Lo chiediamo alle statistiche, tenendo ben presente l’assunto assai in voga oltre oceano: non sempre le “cifre” sanno raccontare la verità.
Il caso più eclatante è forse quello che riguarda Eric Maynor. Con l’avvento di Caja il playmaker nativo di Raeford pare sulla strada giusta verso un ritorno nei panni del leader, capace di dettare i ritmi alla squadra e di guidarla con piglio nel gioco offensivo, seppur tra alti e bassi non certo celabili. Quanti tra i lettori si spingerebbero a giudicare migliore il rendimento di Maynor sotto la gestione Paolo Moretti piuttosto che sotto quella dell’Artiglio?Pochi, forse quasi nessuno.
Le “big lies” di cui sopra raccontano una storia meno netta. Nelle prime dodici partite della stagione – fino a Trento – l’ex Portland Trail Blazers ha segnato 12,4 punti di media, tirato con il 38% da due e con il 41,3% da 3, “smazzando” 5,4 assist e perdendo 3,3 palloni. Le cifre delle ultime sei gare “dicono” che il regista ha segnato
11 punti di media, tirato sì con il 40% da due ma anche il 28,6 da 3, perdendo più di un assist di media (ora sono 4) ma anche qualche pallone in meno (ora siamo a 2,5). Forse l’unica “verità” è proprio quest’ultima: Maynor ha “ripulito” il suo gioco, così come lo ha fatto Varese (palle perse di squadra: da 16,3 a 12,7)
Passiamo ad Oderah Anosike: in questo caso le bugie sembrerebbero calare nettamente di numero. Uno dei giocatori che ha ingerito il ricostituente più efficace con il cambio di comandante è passato da 22,7 a 27,7 minuti giocati a partita, da 9 a 10 punti di media, tira allo stesso modo (dal 60% al 59,5%: sono aumentate però le conclusioni, da 6,2 a 7), prende più rimbalzi (14,5 quelli delle ultime sei gare contro i 10 delle prime dodici), perde meno palloni (da 2 a 0,8) e ha una valutazione nettamente migliore (da 15,7 a 20,7).
Le statistiche non hanno sicuramente il “naso lungo” nel descrivere poi la parabola di Giancarlo Ferrero. La metamorfosi dell’uomo di Bra è lampante anche nei numeri: minuti di impiego (da 6 a 18,5), punti (da 0,9 a 7,2), percentuali da 3 (da 0% a 30%) e tiri presi a gara (da 0,4 a 4,5). Nessuna menzogna nemmeno sul vistoso calo di Aleksa Avramovic, in verità iniziato ben prima dell’arrivo di Caja. Il giovane serbo segnava 9,5 punti e ora ne fa solo 4, è calato nelle percentuali (da 48,5 a 35,3% da 2), ha dimezzato i minuti giocati (da 18,9 a 9,8) e sgonfiato la valutazione (da 6,9 a 2).
Se Christian Eyenga ha decisamente raddrizzato la mira da fuori (dal 16% si è passati al 40,9, aumentando addirittura i tiri presi: da 2 a 4,4), Kristjan Kangur conferma che il suo “momento” negativo è in realtà una parentesi che dura da tutta la stagione. In peggioramento: da 5,3 a 4,3 punti, da 48,4% a 34,8% da 2, da 22,9% a 33,3% da tre, da 27 a 22 minuti in campo, da 4,2 a 3,2 nella valutazione.