Il 2 a 2 con cui si è conclusa Varesina-Gozzano è stata un’altra girandola di emozioni in pieno stile Varesina; perché come spesso è accaduto, le Fenici prima si sono messe il bastone tra le ruote da sole, ma poi si sono rifatte strappando con forza e orgoglio un punto nei minuti finali. Una partita al cardiopalma per squadra, società e tifosi, i quali hanno – nuovamente – compiuto un tour del panorama emotivo umano: dalla tristezza del raddoppio ospite nel recupero alla gioia del rigore di Frugoli, passando per la paura di perdere ancora e arrivando alla fine tirando un sospiro di sollievo. Si parte ovviamente dalla felicità per aver raggiunto il secondo risultato utile consecutivo, cosa che non accadeva dallo scorso 13 novembre quando i rossoblù battendo 1-0 l’Inveruno ottennero la seconda vittoria di fila. Felicità perché il secondo pareggio nelle ultime due giornate, ottenuto contro un Gozzano che nelle scorse 4 partite ha solo vinto, è un risultato positivo soprattutto alla luce dei momenti bui che la Varesina ha vissuto di recente. C’è poi l’orgoglio, che si prova ripensando a come le Fenici hanno riagguantato l’ennesimo match per il rotto della cuffia, in quella che sta diventando la zona Varesina, altro che Cesarini. Si può parlare anche di soddisfazione per aver visto ancora una manovra da Varesina, con la palla a terra e cercando il fraseggio anche nello stretto. Tutti i
ragazzi non si sono snaturati nemmeno questa volta, segno di una consapevolezza tecnica ritrovata e che si sta consolidando. Per giunta su un campo che avrebbe spinto, magari, a giocare diversamente. Dall’altra parte c’è però lo sconcerto per un errore, quello di Caso, che avrebbe potuto compromettere il risultato. Quel retropassaggio errato, compiuto da un giocatore esperto, che richiama ciò che non ha funzionato negli ultimi tempi e che grazie al lavoro costante si è verificato una volta sola in due settimane. Purtroppo non manca un misto tra delusione, pietà e rassegnazione verso i soliti tromboni della tribuna: maestri nel criticare qualsiasi cosa e nell’urlo all’allenatore, che prima contestano gridando di volerlo cacciare, ma poi applaudono. Tromboni che passano dall’essere lupi inferociti al ridiventare pecore docili, pronte a seguire nuovamente il gregge per paura di essere isolate. Ribadiamolo: ognuno è libero di esprimere il proprio giudizio, ma ci sono i giusti momenti e le maniere corrette per farlo. E Spilli non se le è meritate quelle urla, perché la decisone di far entrare Vitulli e Frugoli è stata sua. Loro hanno cambiato la partita perché il mister ha deciso di buttarli nella mischia: i fatti sono questi, le chiacchiere stanno a zero. Ora non rimane altro da fare se non guardare al domani senza paura e con la convinzione che il Chieri non avrà vita facile: questa è la fiducia che ispira nuovamente questa squadra.n