Gli chiamano il miracolo sul rigore, ma Dolce è furbo e spara dritto per dritto: un’idea vincente…
Fa il suo, come sempre, in silenzio.
Forse è lui a causare il rigore, forse Talarico, forse qualcun altro ancora: in presa diretta non l’ha capito nessuno. E in sala stampa c’è omertà totale sul “colpevole”, segno di una squadra unita. Per il resto gioca essenziale, sia a 3 che a 2 difensori.
Così è un biancorosso.
Non è il solito e se ne accorgono tutti: peccato per ieri, ma questo è un segnale del valore del classe ’97 (20 anni…). Tranquilli: il “Talar-Italo” riparte a Pinerolo.
Il Franco Ossola è troppo grande per lui: non trova posizione e finisce in apnea.
Più di una buona apertura in avvio, poi ai primi (a nostro parere, immotivati) mugugni dalla tribuna perde fiducia.
Prova concreta, soprattutto in chiusura dove sa aiutare e rendersi utile. Ritrovato da Baiano, ora non deve (ri)perdersi.
Puro istinto, il rigore sbagliato lo abbatte e non riesce più a pungere. Ma non si sottrae alla battaglia, ieri come in tutto il resto dell’anno, dove ha tirato la carretta come pochi altri: e il pubblico lo perdona.
Arrivato a Varese nel momento più difficile possibile non si è tirato indietro e ha dato tutto, ieri a Masnago come la domenica prima a Voghera. E in quel tutto ci sono sponde, spinte, cartellini gialli (e rigore) conquistati. Il gol? Arriverà. Presto.
Pesa il pasticcio sul primo gol, che prova poi a sistemare mettendo le sue sgroppate al servizio della squadra.
Titolare fisso.
Servono talento e coraggio per mettere quel cross perfetto sulla testa di Viscomi quando tutto pare perso: Lorenzo li ha.
Un fuoriclasse non si giudica: né quando fa venire giù lo stadio con un capolavoro, né quando sbaglia un rigore (il primo di sei) fondamentale. Un fuoriclasse si ama: Marco, tutta Varese è con te.