Nel cuore del Varese chi ha il Varese nel cuore. Per Giuseppe Armocida non è un ritorno, perché di fatto c’è sempre stato (durante la rinascita e, poi, da presidente del Consorzio Varese Calcio). Ma, da sabato, giorno della conferenza congiunta insieme a Gabriele Ciavarrella e Enzo Rosa, l’avvocato di fede biancorossa ha fatto un ulteriore passo “dentro” la società, per cui ha messo a disposizione le sue competenze e, soprattutto, fede, passione e impegno. Con lui facciamo un punto della situazione sul futuro da percorrere.
Il discorso della fase societaria è seguito dal dottor Andrea Donnini, io ne sono meno coinvolto. Certo è che bisogna ricostituire al più presto il CdA. Partiamo dalle dimissioni di Ciavarrella: non essendo state ratificate, di fatto è come se non siano state date. Così è lui, con Enzo Rosa, a mandare avanti in prima persona le situazioni più urgenti, ovvero onorare gli impegni con giocatori e fornitori. Nel CdA, da statuto, possono entrare solo soci, quindi si sta valutando il futuro per capire se chi ci sta vicino vuole starci… ancora più vicino. Il Varese è di tutti quelli che vogliono bene al Varese: per chi ha intenzioni serie e buoni propositi le porte sono aperte. Anche le istituzioni domenica hanno battuto su questo punto, serietà: stiamo lavorando su un progetto di lunga portata.
Dalle dimissioni di Ciavarrella, amministratore della società, i conti societari sono rimasti bloccati e nessuno ha fatto nulla nelle settimane successive per sbloccarli. Ieri, il primo giorno utile a disposizione visto che le dimissioni della maggioranza sono state comunicate venerdì sera, ci si è recati negli istituti bancari per riattivare i conti. Nel frattempo abbiamo chiamato a raccolta gli sponsor, dicendo loro: «Noi ci siamo, serve che ci siate anche voi».
Segnali forti e importanti di persone che, anzitutto, vogliono bene al Varese e che ci fanno ben pensare per come stiamo cercando di operare. Molto significativo vedere sindaco e vicesindaco (Daniele Zanzi) presenti allo stadio per la squadra della città, così come l’onorevole Giorgetti, persona non solo interessata allo sport ma tifosissimo del Varese. Aggiungerei poi, come avete sottolineato ieri, il ritorno della madrina Sarah Maestri: l’anno scorso ha fatto un lavoro straordinario sul marketing e quest’anno ci ha regalato il San Vittore sulle maglie; ha voglia di esserci ancora e aiutare. Avere vicine le eccellenze della città è un bene.
Straordinari. È stata una gioia vedere i ragazzi combattere fino in fondo spinti da un pubblico eccezionale. Una domenica che era già iniziata con un’immagine stupenda…
Arrivando allo stadio mi sembrava di vedere i tifosi raggiungere il Franco Ossola con il cuscinetto del Varese: sembrava davvero il Varese dei vecchi tempi. Ho visto persone che hanno voglia di stare vicino al loro Varese. Speriamo, e vogliamo, essere all’altezza di questa situazione importante di cui ci siamo fatti, volentieri, carico.
Come giusto che sia sono rapporti che sta tenendo il presidente. Per come li ho conosciuti l’anno scorso (quando i due imprenditori diedero un contributo importante alla rinascita, ndr), Milanese e Orrigoni vogliono bene al Varese. Abbiamo bisogno di persone come loro e speriamo di allargare il “circolo di amicizie” importanti.
Sono state ore frenetiche e non posso negare che ci siano dei contatti in essere: io però entro in una fase successiva, quella contrattualistica. Speriamo portino a quello che tutti auspichiamo.
Perché smettere di sognare? Il bello dei sogni è quello di poterli realizzare. E porsi obiettivi, ambiziosi, è il punto di partenza per arrivare a qualcosa che gratifichi. Continuiamo a sognare, insieme.
Ho operato tempo fa nei settori giovanili di basket e hockey: sono assolutamente favorevole. Più di dieci anni fa, con Cadeo, creammo una costellazione di società intorno alla Pallacanestro Varese: un interscambio che dava vantaggi a tutti. Credo che per ogni ragazzo di questa città che ama il calcio poter giocare nel suo Varese sia un sogno. Servono le persone giuste. È un lavoro da portare avanti senza dimenticare che due estati fa ci trovammo senza settore giovanile, che fu rimesso in piedi dal maestro Giorgio Scapini, tessitore di questo Varese anche se in questo momento non è con noi; un settore giovanile che raccolse subito 200 iscritti, che oggi ne ha 300 e che ha ancora molto da fare.
Abbiamo appena suonato anche quella campanella, ricontattando chi si è unito a noi l’anno scorso: nel momento del bisogno è stupido e arrogante non chiedere una mano. Cosa è accaduto quest’anno? La maggioranza decise di bloccare il consorzio per far entrare i consorziati come sponsor diretti. Ma questo era contrario allo spirito del consorzio, che ha deciso di fermarsi un attimo.
Il Consorzio è pensato per le imprese. Per i tifosi è stato creato un altro organismo, l’associazione dei tifosi, che fa parte del Consorzio: una realtà valida a cui chiunque può rivolgersi se ha piacere di dare un aiuto “in più”.
La semplicità e l’unione di tante persone che vogliono bene al Varese, un patrimonio della città. L’anno scorso in Eccellenza è successo qualcosa di bellissimo. E le cose belle capitano anche più di una volta nella vita…
Si sa di ciò che il Varese ha bisogno e che siamo aperti a dialogare con chiunque. Oggi, a città, istituzioni e tifosi, che ci sono sempre stati vicini, posso in realtà dire solo una cosa: grazie.