Festa rovinata. Piccola Pro e Rabbia tifosi

Nel giorno del 98° compleanno della società la squadra di Bonazzi cede in casa al Pontisola. Clima surreale a fine partita: in mezzo ai festeggiamenti con le vecchie glorie la contestazione dei supporter



L’attesa, la delusione, la contestazione, la festa. Non è un titolo di un film di Sergio Leone, ma la domenica della Pro Patria. Domenica difficile, difficile da vivere, difficile da raccontare nella sua interezza: no, non è semplice raccontare la mera cronaca di un insieme di fatti che non possono prescindere dalle sensazioni umane, in qualche modo dall’anima e dal cuore, di tutti gli interpreti. Ma andiamo con ordine, cercando di fare una breve cronistoria di quanto accaduto.

La squadra biancoblu è reduce da una brutta sconfitta sul campo del Ciliverghe Mazzano, 3-0 in trasferta che arriva a margine di un periodo fatto di alti e bassi, cominciato con la gara del Brianteo a Monza e confermato nel bresciano domenica scorsa. Di contro, la squadra proviene da 8 successi casalinghi consecutivi: allo Speroni perdono tutti, la squadra è in lotta per la seconda posizione e, seppur con qualche difficoltà, momentanea la classifica sorride.

La gara di ieri allo stadio di Busto Arsizio, di fronte un Pontisola senza più nulla da chiedere al campionato, risuona quindi come l’occasione di svolta. Bonazzi è alle prese con qualche problema di formazione stante l’indisponibilità di Zaro, squalificato, e Barzaghi, ai box per una pubalgia difficile da contrastare, ma le premesse per una giornata che possa dare uno slancio nuovo alle ultime giornate di campionato ci sono tutte. Il tecnico schiera ancora una volta Santana centrale, Gherardi a supporto, Pedone occupa la corsia mancina mentre Angioletti prende posto in difesa; in mezzo al campo, oltre all’ormai consolidato duo Disabato-Arrigoni c’è Scanu, neo acquisto del mercato invernale che in realtà non ha fin qui convinto.

La Pro Patria parte male, sembra che tra le due formazioni ci sia un netto divario in termini di tonicità, fisicità, agonismo. La direzione arbitrale del signor Collu non aiuta, il fischietto lascia correre molto, le trame bustocche sono imprecise, spesso la difesa viene presa in controtempo, oltre che contropiede, e le poche occasioni della prima frazione di gara sono a firma orobica. Nel Pontisola spiccano i nomi di Ferreira Pinto e Joelson, la qualità

biancoblu è indubbiamente superiore, ma la squadra sembra molle, svogliata, quasi senza una vera e propria spina dorsale. All’intervallo, con la gara ancora ferma sullo 0-0, si ha la netta sensazione che tocchi nuovamente al capitano argentino togliere le castagne dal fuoco con un colpo dei suoi, magari da fermo, visto che la porta difesa da Pennesi non corre praticamente mai pericoli. La ripresa però comincia con una doccia fredda, sugli sviluppi di un corner dalla sinistra Joelson la gira al volo alle spalle di Monzani: è 0-1 ospite e i Tigrotti hanno davvero bisogno di cambiare marcia per riuscire a riprendere la gara. Entrano Bortoluz, Mauri e Garbini, così che Colombo possa avanzare in mediana, ma la squadra non riesce a carburare; l’uomo non viene mai saltato, i cross dal fondo finiscono sempre contro il terzino che cerca di chiudere, i bergamaschi perdono tempo a ogni occasione, il cielo diventa nero come il clima che si respira in tutto lo stadio. Ci prova Santana ogni tanto, ma i suoi tentativi sembrano un fuoco fatuo.

Finisce 0-1, lo Speroni è violato, la Pro Patria firma una delle peggiori prestazioni della stagione.

I cancelli che dividono gli spalti dagli spogliatoi vedono il ritrovo dei tifosi che chiedono un confronto con la squadra. Esce per primo il capitano: «Mi prendo le mie responsabilità, mi sono rotto di questa situazione» le sue parole. Arrivano anche gli altri compagni di squadra, il tecnico Bonazzi e la dirigenza biancoblu; il clima non è dei peggiori, visto il momento, i supporter chiedono di metterci il cuore, e gli attributi, i Tigrotti scuri in volto annuiscono col capo.

La squadra esce dal recinto degli spogliatoi e si porta nella zona sottostante la tribuna d’onore dello Speroni, il club bustocco compie 98 anni. Si taglia la torta, giocatori, allenatori e dirigenza sono presenti insieme ai tifosi. Si mangia qualche fetta, non si brinda, si lascia la parola al sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli: «La Pro Patria è l’orgoglio di questa città, faremo il possibile per far sì che anche il Comune sia il più vicino possibile. Personalmente mi impegno a essere sempre più presente». Applausi, speranze, ma clima strano. E’ una festa? No. Di certo è un augurio, e una speranza. C’è bisogno di questo, oggi, oltre che di cuore e attributi. Come in un film di Sergio Leone.

: Monzani; Angioletti, Colombo, Ferraro; Piras, Arrigoni, Disabato, Scanu (dal 6′st Bortoluz), Pedone (dal 17′st Garbini); Gherardi (dal 13′st Mauri), Santana. A disposizione: Gionta, Scuderi, Tondini, Triveri, Casiraghi, Cappai. Allenatore: Bonazzi


: Pennesi; Cugini (dal 43′st T. Capelli), Espinal, Boffelli, Pellegrinelli; Pedrocchi, Carrieri (dal 33′st Cordoni); Ferreira Pinto, Joelson, M. Capelli; Rota (dal 25′st Romanini). A disposizione: Prandini, Mosca, Brembilla, Fradegrada, Ruggeri, Remuzzi. Allenatore: Curioni

Giuseppe Collu di Cagliari (Pedone-Lafandi)

Angoli 4-7. Ammoniti: Ferraro (PP), Pellegrinelli (P), Romanini (P), Santana (PP). Recupero: 1’+4’. Spettatori: 800