Furiosamente aggrappati alla vita. La rincorsa bisogna farla su noi stessi

La Pallacanestro Varese vince su Pistoia. Il commento di Francesco Caielli

La scimmia nuda starà pure ballando, ma ora non lo sta più facendo sulla spalla di Varese. Almeno per un po’. Sia chiaro, niente di eccezionale eh: la strada verso la gloria (che qui si chiama salvezza) è ancora lunga e irta di sfide come questa. Sfide che se vinci hai fatto il tuo dovere, ma che se perdi finisci nella materia

organica. Perché quella contro Pistoia è stata una vittoria, certo: ma soprattutto è stata una non sconfitta. La cosa bella è che Varese l’ha vinta a modo suo, ma soprattutto l’ha vinta perché l’ha voluta vincere. E non ha avuto paura di perderla quando verso la fine un potenziale gioco da tre punti di Lombardi ha fatto venire i sudori freddi a tutti.

A tutti fuorché a Johnson, che ha scilindrato un siluro dei suoi capace di cacciare via qualche fantasma e soprattutto di cacciare indietro la squadra di Vincenzino Esposito. Non era scontato vincere ieri. Era obbligatorio, irrinunciabile, complicato: ma non era scontato. Varese l’ha fatto e siccome quest’anno non è che sia capitato tante volte, ecco che ci piace dire: si inizia da qui. Si inizia da qui a rincorrere una salvezza imprescindibile per il futuro della società e della pallacanestro a queste latitudini. Si inizia da qui a far pace con il passato, con il presente e con il futuro. Si inizia da qui a contare le partite che mancano al giorno in cui si tirerà una riga e si vedrà com’è andata. E sapete quante partite mancano? Una, la prossima. Sì, sì: è una frase fatta ma chissenefrega. Però qui a furia di fare la corsa salvezza prima su Cremona, poi su Pesaro, poi su Cantù, poi su chissà chi finisce che ci si porta sfiga da soli: facciamo la corsa su Varese, che si fa prima.

Ma un momento: torniamo sulla vittoria di ieri. Brutta, ci mancherebbe: ma gli esteti passino un’altra volta, anzi facciano a meno di passare che per quest’anno c’è poco da far festa. Ma la pressione con cui i ragazzi di Caja sono scesi in campo ieri era qualcosa di difficilmente immaginabile: poche storie. Giocare di lunedì conoscendo già tutti i risultati delle altre (tutti negativi per Varese, tra l’altro…), con un ultimo posto solitario in classifica da cancellare, non dev’essere stata una cosa semplice. Aggrappati alla vita, furiosamente aggrappati alla vita. Chiedevamo questo alla squadra, e la squadra l’ha fatto. Per ora basta avanza, per andare a letto un po’ più tranquilli rispetto a come ci si era svegliati.