Unioni civili, nuove regole per i cognomi delle coppie

Nel 2016 sono state 14 nel Comune di Varese, ancora nessuna nel 2017

Due persone dello stesso sesso che si uniscono in unione civile possono scegliere che un unico cognome identifichi la loro coppia. Ma questo cognome figurerà solo sull’atto di unione civile e non determinerà una variazione del dato anagrafico. In pratica – a differenza di quanto stabilito dalla legge del maggio 2016 che prevedeva per la coppia gay la possibilità di adottare un unico cognome che andava a ricadere sul dato anagrafico – adesso alle unioni civili si applicano le stesse regole che valgono per i matrimoni eterosessuali, dove la sposa prende il cognome dello marito solo nell’uso quotidiano, o per convenzione sociale.

Per esempio: se il signor Rossi si unisce civilmente con il signor Bianchi, la coppia potrà optare per un unico cognome (Rossi oppure Bianchi). Se la scelta cadesse su Rossi, o entrambi i signori si chiameranno Rossi; oppure Bianchi (che perderebbe il cognome) potrà scegliere di essere o «Rossi Bianchi» o «Bianchi Rossi». Ma tutto questo non figurerà all’anagrafe e non richiederà di cambiare il codice fiscale.

Le specifiche relative al cognome sono comprese nel tanto atteso decreto del 28 febbraio, quello che fornisce all’anagrafe dei Comuni italiani i testi degli atti e tutte le informazioni pratiche per poter stipulare un’unione civile. Le coppie che hanno formalizzato unioni civili a Varese – per un totale di 14 nel 2016 e ancora nessuna nel 2017 – però, almeno per ora, non sembrano essere interessate a questa possibilità; ognuno, di base, vuole tenere il proprio cognome.

«Qualcuno ha interpretato la revoca della possibilità di avere un unico cognome come un passo indietro, altri sono indifferenti alla questione – dice , presidente di Arcigay Varese – Forse la possibilità è stata tolta per non creare una discrepanza con i matrimoni».Il decreto, inoltre, ha fatto chiarezza sulle formule da utilizzare, che sono pressoché identiche a quelle del matrimonio. Anche gli spazi dove celebrare le unioni e i listini prezzi sono i medesimi.

Una differenza tra gay e etero riguarda il “verbale”, documento che equivale alle “pubblicazioni di matrimonio”: se le coppie eterosessuali devono per forza recarsi nel Comune di residenza, quelle omosessuali possono presentarsi in qualsiasi Comune per annunciare la volontà di unirsi civilmente (i tempi richiesti dall’amministrazione per formalizzare il verbale nell’atto di unione sono pari a 180 giorni; come per le coppie eterosessuali per le pubblicazioni).

Se una coppia omosessuale si è unita in matrimonio all’estero, l’atto in Italia potrà essere tradotto, ma solo come «unione civile». Come le coppie eterosessuali, anche quelle omosessuali avranno l’obbligo di abitare nello stesso domicilio, e tutti gli altri obblighi e diritti di un normale matrimonio, ad eccezione del vincolo della fedeltà.

Anche se nei primi mesi dell’anno non ci sono state unioni civili nel Comune di Varese, l’interesse rimane alto. Molte coppie, provenienti anche da altri Comuni, si sono presentate per «il verbale». Le donne, in questa fase, sono superiori agli uomini, che invece sono stati la maggioranza lo scorso anno a chiedere di unirsi civilmente. Le prossime unioni programmate a Varese sono tre: una a fine marzo, una a maggio e una a luglio.