Il pittore di Penasca al Vittoriano

Un anno di grandi novità per Gianpiero Castiglioni, che ha scelto il borgo antico come residenza

Da San Fermo alla Triennale di Roma, al Vittoriano, dove la sua opera “Inverno” rimarrà esposta fino al 22 aprile. E poi, tra qualche settimana, la Biennale di Venezia, al padiglione Tibet, e alla permanente di Milano (di cui è socio) per un omaggio alla sedia.

Per il pittore di Penasca, Gianpiero Castiglioni, il 2017 è già un anno ricco di soddisfazioni e di prime volte «inaspettate alla mia età e che mi riempiono di orgoglio e nuove energie», commenta lui entusiasta. Classe 1940, Gianpiero Castiglioni è grafico e pittore che qui a San Fermo che ha trovato casa, abitativa e pittorica, grazie al laboratorio al primo piano della corte di via Rienza.

Suoi due dei murales che arricchiscono la pinacoteca all’aperto di Penasca, il borgo antico di San Fermo, divenuto uno dei paesi dipinti d’Italia con i primi dieci murales d’autore commissionati a inizio millennio. Muri dipinti da lui si trovano poi in diverse cittadine del Nord Italia e nel resto del quartiere, dall’oratorio alle scuole con cui collabora spesso per far sperimentare

l’arte espressiva anche ai bambini più piccoli. La sua arte spazia dalla pittura alla scultura, sempre affascinata dalla ricerca di nuove soluzioni in grado di modellare la materia, trasformarla tra rilievi e incisioni (tecnica appresa alla scuola di Silvano Sandini, ex direttore del Museo di Cerro di Laveno), spazi pieni e vuoti, delimitati da percorsi sinuosi o rette spezzate.

In passato ha esposto a Washington, Las Vegas e Città del Messico, mentre tra le soddisfazioni più recenti c’è l’ultimo dei tre annulli postali firmati da lui: quello per i 200 anni della città di Varese. Poi qualche mese fa la telefonata di Luciano Carini, critico piacentino tra i selezionatori della Triennale di Roma, che ha notato le sue opere in internet.

«All’inizio gli ho inviato cinque delle mie opere più recenti, con forme e colori forti, ma le ha scartate tutte», racconta Castiglioni. Titolo della Triennale 2017 di Roma è infatti Aeterna (l’introduzione al catalogo è di Vittorio Sgarbi): «Servivano tinte più tenui – spiega Castiglioni – Così gli ho proposto dei lavori di trent’anni fa, più delicati, e lui ha selezionato Inverno». Una finestra «capace di evocare il tepore di una casa nel paesaggio invernale», si legge in catalogo. «Per me partecipare all’inaugurazione al Vittoriano è stata una soddisfazione immensa – racconta lui – sentire la mia opera apprezzata da critici come Bonito Oliva e Gianni Dunil o stringere la mano a personaggi mitici come Renzo Arbore. E il Vittoriano, bellissimo», racconta. Ma le soddisfazioni non sono finite: per la prima volta Castiglioni, assieme a una dozzina di colleghi del Circolo degli artisti di Varese (di cui è il socio più anziano), parteciperà alla Biennale di Venezia, al padiglione Tibet.

E poi è già pronta la prossima opera per la Permanente di Milano: una sedia ispirata a Luigi Veronesi «che ho conosciuto perché aveva una casa qui vicino, a Induno», spiega.