“Dove stiamo dunque andando?” “Sempre verso casa”: da Novalis a Omero, il viaggio è letteratura e teatro. Il “nostos” per antonomasia, il viaggio di Ulisse verso Itaca, rivivrà stasera, a partire dalle 21, al Teatro Apollonio-Openjobmetis di Varese, con “Odysseia”, uno spettacolo teatrale a cura dei ragazzi del Liceo Sacro Monte, con la regia e la drammaturgia a cura di Laura Massari e le musiche originali di Kristofer Gjoni (assistenti Elena Massari e Veronica Chizzoni). Da dove nasce “Odysseia”? «Lo spettacolo – spiega Laura Massari – nasce dall’immersione di quaranta ragazzi del Liceo Sacro Monte, nel celebre poema omerico. Quaranta studenti, di cui trentasette attori, due danzatrici e un compositore. A ogni interprete corrisponde uno o più personaggi, nell’ottica di un teatro che a scuola
valorizzi la presenza degli alunni che vi si avvicinano». Qual è il significato di questo viaggio omerico rivisto in chiave moderna? «Il percorso eterno dell’eroe e del profugo viene riproposto attraverso un lavoro che punta all’essenza del testo, in cerca di ciò che rende l’Odissea sempre attuale». Ulisse è un eroe solitario, un novello Robinson Crusoe? «Non uno solo è il personaggio simbolo del viaggio, sono tre i cardini a attorno a cui ruota la storia, uniti da indissolubili legami famigliari. Penelope, Telemaco e Odisseo: madre e moglie, figlio, padre, marito, “espugnatore” e – suo malgrado – esploratore». Il viaggio non è prerogativa del solo Odisseo, ma: «Ogni personaggio compie un viaggio, ognuno riscopre l’importanza dell’altro nei propri drammi: impotenza, preghiera, ricerca, speranza, prova».
Chi dunque intraprende il viaggio chiamato “Odysseia”? «I compagni di Odisseo e Telemaco, le serve solerti di Penelope, le amiche di Nausicaa e le ninfe di Calipso, le anime tormentate nel regno dell’Ade, l’arroganza dei Proci, ospiti sgraditi di un’Itaca senza padrone… ogni tassello del mosaico omerico è spogliato del suo contesto storico-geografico, e diventa disponibile a un lavoro di confronto sincero in cui prima l’attore e poi lo spettatore è coinvolto». Ulisse marito di Penelope, ma anche padre di Telemaco, l’eroe che “combatte lontano”, il figlio che aiuta il padre a fare strage di Proci e riconquistare Itaca: molti sono gli addentellati con la contemporaneità. Quale la chiave interpretativa del vostro viaggio nel poema omerico? «Il nostro viaggio si dispiega a partire da quel vocativo che fornisce sempre la ragione al genitore di tornare a casa e al figlio di partire a cercarlo: “Padre”».