Parola ai tifosi, vero patrimonio del Varese. Abbiamo raccolto le emozioni, i pareri, gli stati d’animo di chi ama i colori biancorossi nella buona e nella cattiva sorte, per cercare di capirne sogni, preoccupazioni, speranze. Oggi vi riportiamo i primi e continueremo a farlo, dando spazio a più opinioni possibile.
Presentazione forse non necessaria, ma la facciamo lo stesso: il Rinaldo, abbonato al Varese da 60 anni, è uno dei “Guardiani del Franco Ossola”, che segue ogni allenamento fino alla rifinitura, il giorno del suo famoso “pizzino” da consegnare all’allenatore di turno con i suoi consigli per la formazione da schierare. «Sono un po’ preoccupato, vorrei sapere le cose come stanno: è tutto a posto? Ci sono le risorse? La prossima stagione partirà tranquillamente? I tifosi chiedono solo chiarezza: così saranno, come sempre, vicini al loro Varese. Bisogna farlo per loro e per rispetto verso la storia di questa maglia e dei suoi grandi padri come il “Cumenda”, come il Peo Maroso… Basta con questi inutili litigi: chi può garantire il futuro del Varese, vada avanti».
Ezio Macchi
Con la sua macchina fotografica è l’occhio a bordocampo, da tifoso e per i tifosi. «Di fronte a questa situazione rimaniamo tutti un po’ di stucco. Ma c’è una maggioranza e c’è un presidente: hanno detto di avere le potenzialità di agire e guidare la società; hanno il diritto di farlo e bisogna lasciar loro la possibilità di tracciare la rotta. Saranno loro a decidere cosa fare e, se dovessero stabilire di non riuscirci, saranno loro a lasciare il passo a chi dice di essere pronto. Di certo credo serva risolvere la situazione al più presto, perché il tempo stringe: bisogna iscriversi, costruire la squadra… I tifosi si aspettano chiarezza: credo sia solo questione di giorni, a quel punto sapremo cosa ci riserverà il futuro».
Isacco Sandrinelli
Presidente di Passione Biancorossa, il principale club di tifo organizzato del Varese (più di 150 gli iscritti): «Sono molto preoccupato. Io, e non solo: tanti iscritti al club mi chiamano o mi scrivono giorno dopo giorno. In tanti, pur volendo rimanere in Passione biancorossa, non sanno se rinnoveranno l’abbonamento al Varese Calcio. Non concepisco i concetti di maggioranza e minoranza: in una situazione è si è tutti uniti oppure si fanno scelte diverse, e questa situazione non giova a nessuno. Mi dispiace per i giocatori, che hanno ricevute tante critiche: non credo sia facile affrontare situazioni del genere. Ora tutti dicono di avere investitori, progetti e risorse: dove sta la verità, non posso saperlo. Non prendo le parti di nessuno, resto solo perplesso. E, soprattutto, dico che una passione come quella dei tifosi del Varese non va dispersa: basti pensare a cosa stanno facendo i ragazzi della Curva con Fuck The Cancer…».
Stefano Battara
Il tifoso ovunque del popolo biancorosso. «Non mi sembra una situazione normale ed è difficile fidarsi ancora. Si è detto che non c’erano lamentele, ma il presidente se n’è andato e si è rimasti senz’acqua. Si è parlato di Lega Pro e di ripescaggio, ora invece di serie D a vincere… Domani sarà serie D a salvarsi? E c’è poco da offendersi con chi dice la verità, di cosa pensa la gente o scrivono i giornali. I tifosi vogliono solo chiarezza e pulizia: si facciano le cose seriamente».
Virgilio Maroso
Nato biancorosso da sangue biancorosso, quello del Peo. «Vedo troppa confusione e in tanti siamo stufi di queste telenovelas. Credo che i tifosi, in maniera civile, possano dire la loro, anche facendo critiche. Con loro, con noi, bisogna essere chiari: ci venga esposto un piano. Non sono prevenuto verso nessuno, voglio solo il bene del Varese. E, da questo punto di vista, posso mettere la mano sul fuoco per Enzo Rosa: ama e segue il Varese dagli anni 70 e due estati fa, come ora, ha cercato persone e imprenditori disposti ad aiutare il Varese. Questo è il suo compito, non quello di mettere soldi, e al suo progetto posso credere. Attendo l’altro progetto, che ancora non vedo: quando sarà presentato ci si potrà fare un’idea e, se sarà quello giusto per il Varese, le critiche si trasformeranno in applausi. Penso a Rosati, uscito di qui piuttosto malconcio, colpito da tante critiche, e dico che sto rivalutando molto quanto fatto da lui: i fatti parlano, e con lui e Sogliano mi sono divertito, come non facevo dagli anni ’80, e abbiamo sfiorato la serie A. La storia non va mai dimenticata: a questo proposito sono stato molto contento quando l’anno scorso Piero Galparoli mi chiamò dicendo che con Ciavarrella e Rosa aveva pensato a un memorial in onore di mio papà, che fa parte della storia biancorossa come Giovanni Borghi, Bruno Arcari e tanti altri. Speravo che questa tradizione proseguisse, ma quest’anno il memorial non è stato organizzato: mi dispiace, e anche queste piccole cose dicono qualcosa. Il Varese è fatto di presente, di futuro ma anche di passato. Un passato da rispettare e non dimenticare».