Caos vaccini. Mettersi in regola? Ecco come

A una manciata di giorni dalla riapertura di materne e nidi, la proroga di 40 giorni della Regione

Scuola e vaccini: tutti in classe entro l’11 settembre con la procedura pronta lunedì 4 settembre. L’assessore regionale promette il via libera per gli asili nido, con un modello che potrebbe fare da esempio per le altre scuole.

In classe accederanno, grazie ad una proroga di 40 giorni del Pirellone, vaccinati e non. A dichiararlo è stato proprio l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, che promette: «L’11 settembre nessun bambino rimarrà a casa».

Ci saranno 40 giorni in più per mettersi in regola e assolvere gli obblighi in tema di vaccinazioni, diventate obbligatori dopo l’approvazione del Decreto Lorenzin dello scorso 29 luglio. «Abbiamo predisposto una procedura, che verrà approvata dalla giunta lunedì prossimo, che consentirà anche a coloro che non presenteranno alcuna documentazione entro il 10, di usufruire di un percorso che li porti o a recuperare una disattenzione o a superare attraverso un colloquio personalizzato con specialisti dei Centri vaccinali, i dubbi e le resistenze».

Per i piccoli dagli zero ai sei anni, infatti, secondo le indicazioni ministeriali è necessario certificare entro il 10 settembre d’essere in regola con le vaccinazioni. Per i più grandi, fino ai 16 anni, c’è tempo fino al 31 ottobre.

La scuola per i più piccini, infatti, prenderà il via già la prossima settimana e il modello, che punta a creare il minor disagio alle famiglie, è valido per i nidi «le cui regole di accreditamento sono di nostra competenza e potrà essere fatta propria da tutte le altre istituzioni o enti che hanno competenza sulle scuole materne».

L’autocertificazione è il “lasciapassare più rapido”. La procedura proposta dall’assessore al Welfare prevede che entro 10 giorni dall’inizio della frequenza, gli asili nido dovranno segnalare chi non è in regola. Nei 15 giorni successivi ai genitori sarà offerto un percorso che li porti o a recuperare le vaccinazioni mancanti entro altri 15 giorni, o a superare attraverso un colloquio personalizzato con gli specialisti dei Centri vaccinali, i propri dubbi. Chi non lo farà, verrà considerato inadempiente.

C’è poi il caso di coloro che vogliono rimettersi in regola.

Per loro la legge prevede la «formale richiesta di prenotazione alla Asst è sufficiente una mail con pec certificata, una raccomandata con ricevuta di ritorno o la richiesta al direttamente al Centro vaccinale». Per chi invece è in regola l’autocertificazione è il modo più veloce: basterà una fotocopia del libretto fornito da Asst o la compilazione del modello «a cui si può accedere tramite i siti di Regione o Ats e Asst o direttamente nelle scuole».

Per conoscere lo stato vaccinale dei propri figli, nel caso in cui non siano disponibili il libretto vaccinale o una certificazione valida, è possibile fare richiesta ai centri vaccinali del territorio o accedere e consultare, coi requisiti necessari, il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) alla voce “Vaccinazioni”.

I prossimi giorni, a ridosso della riapertura delle aule, saranno i più “caldi” per l’invio dei dati e la richiesta di informazioni. «Ci siamo orientati su questo modello – ha concluso Gallera – perché è l’unico strumento rapido, efficace e sicuro. L’invio delle lettere, infatti, in assenza di un’anagrafe vaccinale nazionale, rischia di essere lacunoso vista la difficoltà di recuperare le certificazioni vaccinali di bambini provenienti da altre regioni o Paesi e noi non volevamo commettere inutili errori o creare inutili allarmismi nelle famiglie, così come già avvenuto in altre Regione».

Da gennaio, quindi, l’intero sistema dovrebbe entrare a regime col “recupero” delle vaccinazioni saltate e l’opportunità di accedere a informazioni specifiche per chi avesse remore a vaccinare.

Alle perplessità espresse sulla proroga, nel mondo della politica in particolare dalla Ministra Fedeli, Gallera ha replicato rifacendosi al “percorso formale di recupero dell’adempimento” che viene attualmente concesso per sciogliere dubbi e resistenze e compiere una valutazione approfondita delle condizioni sanitarie dei bambini, mentre il regime ordinario partirà dal 2019.