Kabul, 24 ago. (Ap) – Se il voto di giovedì scorso in Afghanistan ha dimostrato notevoli progressi in materia di democrazia, per l’emancipazione femminile potrebbe invece rivelarsi una battuta d’arresto. I primi dati sulle elezioni di giovedì scorso mostrano infatti che è diminuita molto più sensibilmente l’affluenza dell’elettorato femminile che degli uomini.
Gli analisti lo attribuiscono ai numerosi attacchi talebani, alla mancanza di personale femminile alle urne e alla mancata apertura di centinaia di seggi riservati alle donne. Secondo alcuni osservatori, tutto questo potrebbe sfociare in un governo che avrà una sensibilità minore per le donne, già relegate ai margini della vita pubblica dal conservatorismo culturale e religioso.
In molte sono ormai spaventate e disilluse, come Kulsoom Bibi, sui 40 anni, che abita a Kandahar, roccaforte talebana nel sud del paese. “I razzi sono cominciati dalla mattina presto e hanno continuato fino a notte fonda” racconta. “Il governo non ha fatto niente per le donne, e ci sono stati tanti problemi di sicurezza. Ecco perché non sono andata a votare”.
Davanti alle minacce talebane, il tasso di partecipazione è calato sia fra le donne sia fra gli uomini rispetto alle elezioni precedenti. Una fonte della commissione elettorale, ha valutato un’affluenza complessiva intorno al 40-50 percento, rispetto al 70 percento del 2004. Per le donne, comunque, ci sarebbero stati più ostacoli: secondo la ‘Free and Fair Elections Foundation of Afghanistan’ (la principale organizzazione indipendente di osservatori), almeno 650 seggi a loro riservati non hanno aperto i battenti.
Nella provincia meridionale dell’Uruzgan, sarebbero stati accessibili solo 6 dei 36 seggi rosa previsti. E questo principalmente perché le autorità non hanno trovato personale femminile per i seggi. In alcune aree “è successo che alcune donne arrivassero ai seggi e non trovassero nessuna donna ad aiutarle, e quindi hanno abbandonato l’idea di votare” spiega il direttore del gruppo, Nader Nadery.
Gli osservatori dell’Unione Europea hanno constatato che le scarse condizioni di sicurezza aumentano la discriminazione nei confronti delle donne, di cui la maggior parte non può ancora uscire senza indosso il burqa e senza la compagnia di un uomo. “La mancanza di sicurezza personale ha colpito le donne in modo sproporzionato e ha consolidato il parere di molte famiglie e comunità che non sia appropriato per le donne essere attive fuori dalle mura domestiche” ha affermato l’Ue in un comunicato.
Le donne afgane hanno fatto grandi passi avanti dall’attacco degli Usa contro l’ex governo talebano nel 2001. Sotto il regime degli ‘studenti del Corano’, le donne non potevano frequentare le scuole né potevano uscire di casa senza un parente maschio. Oggi milioni di ragazze ricevono un’educazione e diverse donne hanno incarichi di potere. Ma da quanto gli irriducibili del mullah Omar hanno riguadagnato terreno, soprattutto nelle regioni sud ed est del Paese, le donne sono diventate un bersaglio privilegiato.
Quelle con un ruolo pubblico ricevono spesso minacce di morte. Alcune esponenti di spicco della comunità, com’è successo recentemente a una poliziotta, vengono assassinate. E il governo, per tutta risposta, adotta provvedimenti profondamente maschilisti, come la legge votata di recente dal parlamento afgano che praticamente legalizza lo stupro matrimoniale. Dopo che ha sollevato l’indignazione internazionale, il testo è stato in parte rivisto ma i difensori dei diritti delle donne ritengono che la nuova versione abbia ancora molti problemi.
Il quadro non è del resto soltanto negativo. Nelle province più sicure del nord l’affluenza femminile è stata piuttosto robusta e molte donne hanno partecipato all’attività politico-elettorale. Fra 36 candidati alle presidenziali, due erano donne. E 333 donne si sono presentate per i consigli provinciali, con un notevole miglioramento rispetto alle 242 candidate del 2005. La proporzione delle donne candidate è tuttavia peggiorata in 14 delle 34 province del paese.
Spr
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