Somma, tenta la rapina ma la cassa è vuotaBandito se ne va col portafogli del cassiere

Somma Lombardo «Se non ci sono soldi in cassa, allora dammi il portafoglio». Dialogo bizzarro tra un malvivente improvvisato e un cassiere poco pronto; anticipazione di quella che per il codice sarà pure una rapina, ma ad un osservatore esterno appare quasi come una storiella da bar. Eppure il fatto è avvenuto davvero poco dopo le 12 di ieri. Quando il maldestro “bandito” ha varcato la soglia della filiale del Credito Valtellisene di corso Europa: volto scoperto, nessuna arma in pugno. Certamente italiano, giovane tra i 20 e i 30 anni, il rapinatore si è avvicinato al cassiere in servizio in una banca deserta: il balordo forse nascondeva un taglierino, forse ha soltanto dichiarato di averne uno. In qualsiasi caso, ha affrontato il cassiere sembrerebbe con una frase di circostanza tipo «dammi i soldi», sentendosi rispondere, però, che di soldi in cassa non ce n’erano. «E allora dammi il

portafoglio». E il cassiere ha obbedito consegnando il malloppo in simil pelle contenente poche decine di euro oltre ai documenti. Il rapinatore quindi si è dato alla fuga. Fuga che, però, il cassiere avrebbe potuto bloccare senza grossi rischi per diverse ragioni. La prima: un rapinatore che in banca si frega un portafoglio non è un sanguinario criminale. La seconda: la banca è dotata di un sistema di sicurezza ingresso/uscita con doppia porta. Uno di quelli che ti blocca nel mezzo di un piccolo vano circondato da vetri antiproiettile e che all’ingresso ti spazientisce ripetendo «depositare gli oggetti metallici, grazie». Un vano che, soprattutto, può essere bloccato dai cassieri: se il dipendente avesse schiacciato un bottone il malvivente sarebbe rimasto intrappolato nel vano sino all’arrivo dei carabinieri. E forse il cassiere si sarebbe potuto evitare il fastidio di bloccare bancomat e carte e di rifare tutti i documenti.

f.artina

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