Torino, 26 set. (Apcom) – Gli attuali partiti sono “inadeguati” a mettere in campo un confronto pacato su come risolvere i problemi del presente, buttando così le fondamenta per costruire anche il futuro. Restano “elementi essenziali di una democrazia”, ma assomigliano a “cartelli elettorali”, dove manca “democrazia interna”. E finchè sarà così, le Fondazioni “continueranno ad avere un ruolo rilevante per la crescita della
politica”.
A Torino, dove ha partecipato con Massimo D’Alema ad una tavola rotonda sul ruolo dei partiti e degli intellettuali, il presidente della Camera Gianfranco Fini ragiona sul contributo che i partiti oggi sono in grado di dare e rilancia l’importanza del ruolo delle Fondazioni. Dialogare non significa fare ‘inciucio’, mette subito in chiaro Fini che presiede proprio una Fondazione, Farefuturo. “Oggi – osserva il presidente della Camera e co-fondatore del Pdl – i partiti assomigliano a cartelli elettorali più che a luoghi in cui affrontare il futuro del Paese. E se continueranno ad essere luoghi deputati alla propaganda e non troveranno forme di democrazia interna, le Fondazioni continueranno ad avere un ruolo rilevante per la crescita della politica”.
“In questa sorta di quotidiana ordalia che è il confronto politico-parlamentare – aggiunge Fini – non ci sono grandi momenti di dibattito pacato che guardi avanti, i partiti sono inadeguati rispetto a questa sfida mentre le Fondazioni, non dico che sono la soluzione, ma possono dare una buona risposta e anche possono essere serbatoio della futura classe dirigente”.
Insomma, dialogare fra le Fondazioni “non significa fare ‘inciucio'”. “Se si riesce – dice Fini – a dare vita ad una sorta di ‘reserve de la Repubblique’, io dico: perchè no? Una volta c’erano i partiti, ora abbiamo girato pagina, è inutile rimpiangere il passato, bisogna cercare di utilizzare gli strumenti del presente per migliorarlo e per costruire quello che verrà dopo”.
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