MILANO – Un pranzo con i colleghi, un malore improvviso e, successivamente, il ricovero in ospedale che ha condotto alla morte di Davide Teruzzi, un tranviere di 50 anni impiegato presso Atm, l’azienda di trasporti milanesi. La sua morte, avvenuta ieri dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Raffaele, ha sconvolto i suoi colleghi e l’intera comunità di Atm, che lo ricordano come una persona ben voluta e conosciuta per la sua simpatia e professionalità.
Tutto è iniziato domenica 4 maggio, quando Teruzzi, insieme ad altri quattro colleghi, ha pranzato in un ristorante convenzionato con Atm, situato vicino alla stazione Centrale di Milano. Subito dopo il pranzo, i cinque si sono sentiti male e si sono recati al pronto soccorso, sospettando un’intossicazione alimentare. Tutti sono stati dimessi con un certificato di malattia e, in seguito, Atm ha deciso di interrompere la convenzione con il ristorante, in attesa di chiarire l’accaduto.
Mercoledì successivo, Teruzzi ha accusato un altro grave malore, che ha reso necessario il suo ricovero in terapia intensiva, dove è stato intubato. Purtroppo, il 50enne non ce l’ha fatta e, nonostante gli sforzi dei medici, è deceduto. La sua morte ha colto di sorpresa i colleghi e l’azienda, che si sono subito stretti attorno alla famiglia, esprimendo il loro cordoglio.
Davide Teruzzi lavorava in Atm dal 2001 e da 24 anni era una figura di riferimento al deposito Leoncavallo, dove conduceva i tram delle linee 5, 12 e 33. Era conosciuto da tutti come “Davidone il gigante buono”, grazie alla sua stazza e al suo carattere allegro e positivo. Molti passeggeri ricordano la sua presenza simpatica e cordiale.
L’autopsia, disposta dalla Procura di Milano, dovrebbe fare luce sulle cause del malessere che ha portato alla morte di Teruzzi, cercando di capire cosa lo abbia reso fatale per lui, ma non per gli altri colleghi che avevano pranzato con lui. L’Ats è intanto al lavoro per verificare il rispetto delle norme igieniche da parte del ristorante, che potrebbe aver servito un pasto contaminato.