“La Dolce Vita” compie 65 anni dalla Palma d’Oro: l’opera di Fellini che cambiò il cinema e l’Italia

Il 20 maggio 1960 vinceva a Cannes la Palma d’Oro il capolavoro di Federico Fellini, icona del cinema italiano e specchio di un’epoca di sogni, contraddizioni e bellezza decadente

Il 20 maggio 1960, esattamente 65 anni fa, il mondo del cinema veniva scosso da un’opera destinata a entrare nella storia: “La Dolce Vita” di Federico Fellini riceveva la Palma d’Oro al Festival di Cannes, consacrandosi come uno dei film più iconici e rivoluzionari della cinematografia mondiale.

Interpretato da un magnetico Marcello Mastroianni, affiancato da una leggendaria Anita Ekberg, “La Dolce Vita” raccontava con sguardo visionario e lucido la Roma del boom economico: una città travolta da un’inarrestabile modernità, popolata da divi, artisti, politici, cardinali e nottambuli, raccontati con stile poetico e amaro.

La celebre scena del bagno nella Fontana di Trevi è diventata simbolo di un’epoca e icona assoluta della settima arte. Ma al di là dell’immagine patinata, il film è una profonda riflessione sulla decadenza morale, sul vuoto esistenziale e sul fascino ambiguo della celebrità e dell’eccesso.

Con “La Dolce Vita”, Fellini segnò il passaggio dal neorealismo a un cinema più personale, onirico e simbolico. Il film fu inizialmente accolto con scandalo e polemiche – tanto da essere condannato dal Vaticano – ma fu anche immediatamente riconosciuto come un’opera d’arte di rara potenza visiva e narrativa.

Il premio ottenuto a Cannes nel 1960 non fu solo un trionfo personale per il regista riminese, ma anche una consacrazione del cinema italiano nel mondo, in un periodo in cui l’Italia si imponeva come laboratorio culturale ed estetico d’avanguardia.

Oggi, a 65 anni da quella vittoria, “La Dolce Vita” continua a parlarci con la stessa forza, bellezza e ambiguità. È un film che non ha mai smesso di interrogare il presente, affascinare nuove generazioni e ispirare cineasti, scrittori e artisti in ogni parte del mondo.

Celebrarne l’anniversario non è solo ricordare un capolavoro del passato, ma riconoscere l’eredità eterna di un’opera che ha saputo raccontare la vita, nella sua dolcezza e nella sua inquietudine.