Alta tensione in giunta a Varese sui fondi per il Palasport: Buzzetti e Laforgia ai margini: aria di rimpasto?

Due assessori assenti al momento della delibera per il bando regionale da 700mila euro. Frizioni interne e voci di malumori sempre più forti. E nessuno da Palazzo Estense smentisce le voci sempre più insistenti di frizioni nella maggioranza di centrosinistra.

VARESE – Non è stata una seduta semplice, quella che ha portato all’approvazione della delibera per partecipare al bando regionale da 700mila euro destinato agli impianti sportivi, e in particolare ai lavori del Palasport di Varese. Secondo indiscrezioni raccolte a Palazzo Estense, due assessori comunali, Cristina Buzzetti (Bilancio) ed Enzo Laforgia (Cultura), non avrebbero preso parte al momento decisivo del voto.

Si parla di una prima riunione di giunta tesa, con una discussione accesa e la sensazione di una “forzatura” politica imposta dal sindaco Davide Galimberti, che avrebbe poi portato a una seconda convocazione, a distanza di poche ore. In questa seconda seduta il provvedimento è stato approvato all’unanimità, ma senza la presenza dei due assessori.

Sull’episodio si rincorrono le voci. Si mormora addirittura di dimissioni sfiorate da parte di Cristina Buzzetti, figura chiave della giunta per il controllo delle casse comunali, espressione della civica Praticittà, la lista del vicesindaco Ivana Perusin. Non eletta nel 2021, Buzzetti è stata comunque confermata come assessore in nome della continuità amministrativa.

Più nota è la posizione critica di Enzo Laforgia, da tempo in disaccordo su alcune scelte della maggioranza, in particolare sulla scarsità di risorse assegnate alla cultura, come già accaduto nel caso del Varese Summer Festival, cancellato tra le polemiche. Anche Laforgia è espressione del mondo civico, in questo caso di Progetto Concittadino.

Il clima in giunta è dunque tutt’altro che sereno. Secondo alcune letture, il Partito Democratico starebbe riaffermando la propria centralità in vista delle elezioni, con l’obiettivo di non cedere la leadership cittadina ai civici, in particolare alla stessa Perusin, che secondo alcuni potrebbe aspirare a candidarsi a sindaco nel 2026.

Le frizioni interne potrebbero dunque portare a un rimpasto in corsa, anche se, come spesso accade in politica locale, i contrasti accesi non sempre sfociano in rotture definitive. Tuttavia, a Palazzo Estense in pochi dimenticano la fine del primo mandato di Galimberti, segnata dalla rottura con l’allora vicesindaco Daniele Zanzi, altro nome di spicco del civismo varesino.