Attimi di tensione lunedì 30 giugno all’alba a Milano, quando l’imponente insegna con il logo Generali posta in cima alla Torre Hadid ha ceduto parzialmente. L’allarme è scattato alle 6:37 nel cuore del quartiere CityLife, uno dei simboli architettonici della città. Immediato l’intervento dei Vigili del Fuoco, del servizio di manutenzione dell’edificio e delle forze di sicurezza.
La struttura, alta ben 15 metri e visibile da gran parte della città, ha collassato su sé stessa restando comunque ancorata alla sommità dell’edificio, evitando il crollo al suolo. Fortunatamente non ci sono stati feriti. A scopo precauzionale è stata evacuata l’intera area sottostante, inclusa la piazza antistante e il vicino CityLife Shopping District. Transennata la zona, chiusa la fermata M5 Tre Torri.
Generali: sede chiusa, tutti in smart working
In una nota ufficiale, Generali ha confermato “il parziale cedimento dell’insegna collocata sulla sommità della Torre Hadid” e l’avvio immediato delle operazioni di messa in sicurezza, sottolineando che non si sono verificati danni a persone né ad altre strutture. L’azienda ha disposto che tutti i dipendenti lavorino temporaneamente da remoto. Le cause del cedimento sono al vaglio dei tecnici, ma al momento non risultano condizioni meteo estreme nella notte.
Un simbolo tra architettura e business
Nota anche come “lo Storto”, la Torre Hadid è uno dei tre grattacieli simbolo di CityLife, firmati da archistar di fama internazionale. Con i suoi 44 piani e 192 metri di altezza (177 la torre più i 15 dell’insegna), l’edificio ospita il quartier generale di Generali dal 2018, dopo un investimento da 315 milioni di euro.
L’insegna stessa, installata dopo la morte dell’architetta Zaha Hadid, ha avuto una storia controversa: criticata per il suo impatto visivo, è composta da scritte bifronti e dalla figura del leone alato su una struttura metallica raggiera.
La zona, tornata ora sotto controllo, è ancora presidiata per le operazioni di verifica e consolidamento. Il cedimento, seppur privo di conseguenze gravi, ha riacceso il dibattito sulla manutenzione delle strutture verticali nei grandi centri urbani.