Un ramo spezzato da un temporale. Nulla di straordinario, anzi: una scena tristemente comune dopo ogni ondata di maltempo. Ma a Varese, città che ambisce a presentarsi come moderna, efficiente e accogliente, anche un dettaglio apparentemente banale come questo può trasformarsi in una cartina tornasole di inefficienza amministrativa e indifferenza istituzionale.
È successo in largo Resistenza, in pieno centro. Un ramo caduto ha ostruito un marciapiede, rendendolo inagibile ai pedoni e costringendo anziani, genitori con passeggini e cittadini a scendere in strada o a compiere giri inutili. Nulla che non possa essere risolto in poche ore con un minimo di attenzione da parte degli uffici comunali. E invece, no: sono passati (per ora) ben cinque giorni. Cinque lunghi giorni di nulla. Nessun intervento, nessuna segnalazione visibile, nessuna traccia di un’amministrazione presente sul territorio.
L’inerzia che preoccupa più del ramo
Non è il ramo in sé a far notizia. È la totale assenza di reazione, il silenzio, la lentezza disarmante con cui la macchina comunale affronta un disagio quotidiano. Se non si è capaci di rimuovere un ostacolo su un marciapiede in cinque giorni, come si può pensare di affrontare le grandi sfide che la città ha davanti a sé?
Come ci si prepara alla trasformazione urbanistica necessaria per rivitalizzare aree in crisi, o a frenare il declino demografico che colpisce anche Varese, se si è ciechi e sordi di fronte ai problemi del quotidiano? Che fiducia può riporre il cittadino in un’amministrazione che non riesce nemmeno a far funzionare l’ordinario, figuriamoci a immaginare un futuro?

Una questione di attenzione, non di budget
Nessuno pretende miracoli. Non è una questione di bilanci o di piani strategici. È questione di attenzione, cura, responsabilità pubblica. Di un assessore che passa e chiama l’ufficio tecnico. Di un cittadino che segnala e trova una risposta. Di un funzionario che coordina una squadra per liberare un marciapiede.
Ma in questi cinque giorni non si è visto nulla di tutto questo. Solo una città che volta la testa dall’altra parte, che sembra essersi abituata all’inefficienza, alla lentezza, all’inerzia, alla sciatteria, all’incuria.
E allora il ramo non è più solo un ramo, caro sindaco Galimberti. È il simbolo di un’amministrazione che non vede, non ascolta, non interviene. Che si dimentica delle piccole cose e, così facendo, dimostra di non essere all’altezza delle grandi.