BUSTO ARSIZIO – Tempi duri la Uyba: Rebecca Piva è pronta a lasciare Busto per trasferirsi a Milano, dove ritroverà anche Benedetta Sartori, ex compagna di squadra.
Manca ancora l’annuncio ufficiale, ma l’intesa tra Vero Volley e l’agenzia Gold Sport, forte della chiara volontà della giocatrice, è ormai a un passo dalla chiusura. Per la Uyba si profila dunque una cessione inevitabile, seppur accompagnata da un indennizzo economico (il cosiddetto buy out).
Il problema è soprattutto tecnico. Piva rappresentava l’unico vero punto fermo nello scacchiere offensivo della squadra biancorossa. Il suo addio obbliga ora il club a cercare in fretta una sostituta all’estero, consapevole che colmare un vuoto del genere non sarà semplice.
A reggere l’urto della partenza, nella speranza di mantenere ambizioni elevate, dovranno essere Parra – attesa a Busto solo da settembre –, l’esperienza di Gennari, la crescita di Battista e le variabili rappresentate da Obossa e Diouf. Troppe incognite per non ridimensionare, almeno per ora, le aspettative costruite nei mesi scorsi.
I tifosi “traditi” dalla società come risponderanno ora?
In questo scenario complicato, l’apporto del pubblico biancorosso diventa cruciale. È nei momenti difficili che si misura la forza di una tifoseria, e ora più che mai gli Amici delle Farfalle – sempre presenti in casa e in trasferta – sono chiamati a stringersi attorno alla squadra.
Ma questa volta è tutt’altro che scontato che finisca così. Nemmeno il tempo di lanciare la nuova campagna abbonamenti per la stagione 2025/2026, infatti, che per la Uyba è scoppiato un caso. A sollevarlo è stato proprio il cuore pulsante del tifo biancorosso: la Curva AdF, che con un comunicato durissimo ha contestato nei giorni scorsi le scelte della società e annunciato, salvo ripensamenti, l’addio alla propria storica presenza sugli spalti.
Nel mirino c’è la formula “B300”, che prevede un abbonamento unico al prezzo di 150 euro per tutti i settori, dal parterre alla curva. Una scelta giudicata “insensata e incomprensibile” dagli ultras bustocchi, che rivendicano oltre 15 anni di sacrifici, passione e fedeltà.
«Non ci riconoscono nemmeno la fedeltà dimostrata dopo oltre 15 anni. Ci stanno trattando come il primo venuto», si legge nella nota firmata dal direttivo della curva.
“Nessun dialogo, nessuna considerazione”
La protesta non riguarda solo l’aspetto economico – con l’abbonamento per la curva praticamente raddoppiato rispetto agli anni scorsi – ma anche il metodo. Secondo gli AdF, la decisione è stata comunicata come un fatto compiuto, senza alcun margine di mediazione, nonostante un incontro pre-stagionale richiesto proprio dagli ultras.
Una rottura profonda, ma non definitiva: nella parte finale del comunicato, la Curva tiene aperto uno spiraglio. La disponibilità al dialogo rimane, così come la volontà di restare vicini alla squadra: «Vogliamo continuare ad essere il settimo uomo in campo».