MILANO – Mentre in alcune zone d’Italia si discute dei maturandi che hanno deciso di rimanere in silenzio durante l’orale come forma di protesta, in Lombardia la risposta degli studenti è arrivata forte e chiara, non con slogan o gesti simbolici, ma con la partecipazione concreta e consapevole all’Esame di Stato.
«Altro che scena muta – ha dichiarato Francesca Caruso, assessore alla Cultura di Regione Lombardia –: qui ci sono ragazzi che hanno scelto di esserci, di affrontare l’esame con serietà e rispetto, non perché obbligati, ma per dignità».
Un esempio che arriva da sei scuole lombarde – tra cui il Liceo Scientifico “Ferraris” di Varese, il “Candiani-Bausch” di Busto Arsizio, il “Galileo Galilei” di Legnano, e vari istituti di Sondrio e Olgiate Comasco – che si sono distinte non solo per l’alto numero di voti eccellenti, ma anche per il comportamento responsabile degli studenti.
L’assessore ha sottolineato come la scuola debba essere un luogo di crescita, non un palco per gesti provocatori, e ha evidenziato il pericolo di trasmettere ai più giovani l’idea che l’impegno sia facoltativo. Al contrario, molti studenti lombardi hanno vissuto la maturità come un’occasione vera, affrontandola con convinzione e rispetto.
«Non hanno cercato scorciatoie – ha concluso Caruso –. Hanno dimostrato con i fatti cosa significa essere maturi. A loro, ai docenti e alle famiglie va il mio più sincero ringraziamento».