Fisco, accordo da 175 milioni tra l’Agenzia delle Entrate e la famiglia Elkann

Chiuso ogni contenzioso sull’eredità di Marella Agnelli. I fratelli Elkann saldano col Fisco e valutano un’uscita dal procedimento penale. Margherita Agnelli rilancia la battaglia civile

Una transazione miliardaria per chiudere il capitolo fiscale legato all’eredità Agnelli: i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann hanno raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate che azzera ogni pendenza tributaria, presente e futura, in relazione al patrimonio lasciato da Marella Agnelli, vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli, scomparsa nel 2019.

L’intesa, che ammonta a circa 175 milioni di euro, in parte già versati, è il risultato di una trattativa che punta a mettere fine a una lunga e dolorosa disputa familiare, innescata dalla denuncia della madre dei tre Elkann, Margherita Agnelli, che aveva sollevato sospetti di irregolarità nella gestione dell’eredità.

Un portavoce dei fratelli Elkann precisa che l’accordo è stato raggiunto “senza alcuna ammissione, neppure tacita o parziale, della fondatezza delle contestazioni iniziali”, ma con l’unico scopo di chiudere definitivamente la vicenda.

La questione penale: possibile patteggiamento o “messa alla prova”

L’accordo fiscale potrebbe avere riflessi anche sul fronte penale. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Torino, è ancora in corso, ma l’intesa con il Fisco potrebbe rappresentare una leva per un’uscita concordata: per esempio, con un patteggiamento o la richiesta di “messa alla prova” per John Elkann, che implicherebbe lo svolgimento di attività socialmente utili presso una struttura convenzionata. Se la prova fosse superata con esito positivo, il procedimento verrebbe archiviato e le accuse cancellate.

Al momento, però, fonti ufficiali parlano di “interlocuzioni in corso” con la magistratura, senza esiti definitivi.

La battaglia civile: la mossa di Margherita Agnelli

Sul fronte civile, invece, la partita è tutt’altro che chiusa. Margherita Agnelli è convinta che l’accordo col Fisco includa anche la tassa di successione italiana sui beni di Marella, fatto che – a suo giudizio – potrebbe spostare il contenzioso dal diritto svizzero a quello italiano, minando la validità dei patti siglati negli anni in Svizzera.

Una simile lettura potrebbe rimettere in discussione l’intera struttura di controllo della holding “Dicembre”, cassaforte da cui parte la catena che porta a Exor, il cuore dell’impero economico della famiglia.

Il nodo “Dicembre”: gli Elkann smentiscono ogni rischio

Dal lato Elkann, però, viene esclusa qualsiasi ripercussione: l’assetto della holding Dicembre sarebbe intoccabile e immune da possibili ribaltamenti giudiziari. La loro posizione è rafforzata dall’accordo appena firmato con il Fisco.

Intanto, restano sotto indagine il notaio Remo Morone e il commercialista Gianluca Ferrero, coinvolti per presunte irregolarità nella dichiarazione relativa proprio alla cassaforte familiare.

Prossima tappa della disputa civile: settembre, al Tribunale di Torino. In gioco, oltre ai rapporti familiari ormai lacerati, il controllo del più potente gruppo industriale italiano.