Bogno, chiude la scuola paritaria: 67 tra alunni e docenti senza un futuro certo

La Fondazione del Sacro Cuore non riaprirà a settembre: genitori avvisati all’ultimo momento. Rabbia e disorientamento per una chiusura improvvisa dovuta a un buco di bilancio da 150mila euro.

BESOZZO – Una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno ha sconvolto le famiglie e il personale della scuola paritaria Fondazione del Sacro Cuore di Gesù a Bogno: l’istituto non riaprirà a settembre. La comunicazione ufficiale è stata data nella serata di giovedì 24 luglio, lasciando sgomenti 55 alunni e 12 tra insegnanti ed educatori, che fino a quel momento nulla sapevano del destino della loro scuola.

A spiegare la situazione è stata la responsabile della Fondazione, Barbara Bini, che ha parlato apertamente di una crisi economica grave, con un passivo di 150mila euro nel bilancio, causato principalmente dal basso numero di iscritti nella scuola primaria. I numeri parlano chiaro: appena dieci bambini in prima, undici in seconda, nove in terza, diciassette in quarta e otto in quinta. Una situazione insostenibile, che ha spinto la dirigenza a prendere la decisione più drastica: chiudere.

Genitori all’oscuro e furiosi

La reazione delle famiglie è stata immediata e furibonda. In molti lamentano non solo la chiusura in sé, ma soprattutto i tempi e le modalità della comunicazione, arrivata troppo tardi per permettere un’organizzazione alternativa. Alcuni raccontano di episodi che ora assumono un nuovo significato: «Capita che non ci fosse luce nelle aule, o che i pasti arrivassero freddi. Il riscaldamento spesso non funzionava. Ora capiamo il perché», raccontano i genitori.

Nel frattempo, è stata proposta loro un’alternativa: l’iscrizione alla scuola paritaria Manfredini, che ha un distaccamento a Besozzo, nell’ex Istituto Rosetum. Tuttavia, la direttrice della Manfredini, Antonella De Giorgi, chiarisce che non c’è stato alcun accordo formale: la dottoressa Bini avrebbe chiesto se la Manfredini potesse eventualmente accogliere alcuni alunni e l’istituto ha dato disponibilità, lasciando ovviamente ad ogni famiglia la libertà di scegliere. A tal proposito il 31 luglio, alle 18, ci sarà un incontro informativo presso la sede di Rosetum insieme ai genitori degli alunni coinvolti.

Una corsa contro il tempo

I genitori, ora, si trovano davanti a una scelta complicata da affrontare in tempi strettissimi: iscrivere i figli in una nuova scuola, valutando opzioni pubbliche o private, senza conoscere nel dettaglio piani didattici, insegnanti e organizzazione.

In gioco, non solo la continuità educativa, ma anche la tranquillità di famiglie che si sentono tradite da una gestione scolastica giudicata poco trasparente. E mentre si cerca una soluzione per il futuro dei bambini, la ferita lasciata dalla chiusura della scuola di Bogno fa ancora molto male.