Varese, un’altra chiusura in centro: addio a Doppelgänger. Clerici attacca: “Città in agonia, Galimberti dorme”

La storica boutique di moda maschile abbassa la saracinesca in corso Moro. Cresce il numero dei locali vuoti e il centro storico si svuota. L’ex assessore Stefano Clerici lancia un duro affondo alla giunta Galimberti: «Degrado, insicurezza e declino economico non sono percezioni: sono fatti. La città muore e il PD resta a guardare».

Nuova chiusura nel cuore di Varese: Doppelgänger, noto marchio di abbigliamento maschile, ha abbassato definitivamente le serrande del suo punto vendita di corso Moro. La conferma arriva anche dal sito ufficiale dell’azienda, dove il negozio risulta segnato come “chiuso definitivamente”. Un’altra vetrina che si spegne in centro, segnale evidente di una crisi commerciale che si fa sempre più visibile.

Desolazione urbana

La zona inizia ad assumere i tratti di una desolazione urbana: a pochi passi, altre vetrine vuote, un tempo animate da agenzie di viaggio e negozi storici. Una trasformazione che riguarda l’intero centro cittadino, con corso Matteotti, via San Martino e vie limitrofe che vedono svanire la loro identità commerciale, a favore di barber shop (ne è spuntata una ventina in pochi mesi, ndr), centri estetici e attività temporanee, mentre marchi storici e prestigiosi decidono di lasciare.

Le cause sono ormai ben note: l’e-commerce che dilaga, affitti troppo alti, TARI forse eccessiva e soprattutto una perdita di attrattività del centro come polo dello shopping e della socialità. Ma le chiusure, oltre che commerciali, iniziano ad assumere un chiaro significato politico, e la reazione del centrodestra non si fa attendere.

Monta la polemica politica: Clerici attacca il PD

A lanciare un duro attacco è Stefano Clerici, già assessore comunale e oggi segretario cittadino di Lombardia Ideale:

«Chiudono altri negozi importanti in centro, per il Comune sarà “desertificazione percepita”? Città in agonia sociale e il sindaco Galimberti se ne frega. E la vice Perusin, come l’assessore Catalano, vive in una realtà parallela».

Secondo Clerici, il declino del centro città è la conseguenza diretta dell’inerzia dell’amministrazione Galimberti, accusata di minimizzare sia il tema della sicurezza che quello della crisi economica del centro:

«Per la giunta Galimberti, se i varesini sono preoccupati dalla crescente insicurezza in città, si tratta di “percezione”. Bene, con lo stesso metro, dopo la chiusura di altri due importanti negozi, possiamo parlare di “desertificazione percepita”?».

Poi l’affondo ancora più diretto:

«Siamo di fronte a un continuo abbandono di attività nel cuore di Varese: diverse insegne storiche e, come negli ultimi casi, marchi prestigiosi che non ritengono né utile né interessante tenere aperte le proprie vetrine in una città che si sta via via spegnendo. Evidentemente questa agonia non scalfisce l’amministrazione di sinistra, sempre indifferente alla qualità della vita sociale dei cittadini e all’attrattività di quello che un tempo era considerato un modello».

Clerici riserva infine parole durissime per il vice sindaco e per l’assessore alla sicurezza:

«Il vicesindaco e assessore alle Attività produttive, Ivana Perusin, al pari del collega Raffaele Catalano, con speciale delega alla “sicurezza raccontata”, vive in un mondo parallelo: loro dormono, sognano, mentre i varesini restano prigionieri di un incubo. Degrado, insicurezza, imposte troppo alte, declino socio-economico: altro che percezione, questa è la triste realtà di una Varese distrutta da anni di mala gestione PD. È chiaro che, allo stato attuale delle cose, gli operatori economici si chiedano che senso abbia investire in una città del genere».

Nel frattempo, in centro, altre saracinesche rischiano di abbassarsi.