Taino, 90 anni dopo la strage della polveriera: il ricordo delle 35 vittime e l’impegno per la sicurezza sul lavoro

Commozione e partecipazione nella cerimonia commemorativa della tragedia del 1935. Il prefetto di Varese: «Non basta ricordare, serve responsabilità».

Taino non dimentica. A novant’anni esatti dalla devastante esplosione della polveriera – una delle più grandi del Nord Italia – che il 27 luglio 1935 uccise 35 persone, la comunità si è riunita per una commemorazione intensa e partecipata. Tra le autorità presenti anche il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, che ha voluto rendere omaggio alle vittime con un discorso sentito e ricco di significato, ricordando la tragedia come monito per l’impegno continuo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ecco il testo integrale del suo intervento:

Il discorso del Prefetto Salvatore Pasquariello

Oggi, a novant’anni esatti dal tragico scoppio della Polveriera di Taino del 27 luglio 1935, siamo qui riuniti per onorare la memoria delle 35 vittime, di cui 32 donne e 3 uomini, che persero la vita mentre erano al lavoro, dentro lo stabilimento di caricamento della polvere da sparo, uno dei più grandi del Nord Italia all’epoca.

Molti di loro erano giovani, giovanissimi, originari proprio di questi territori.
Alcuni nomi sono incisi nella pietra e nel cuore di queste comunità. Soprattutto nomi di ragazze che ogni giorno percorrevano la stessa strada verso un luogo di lavoro duro, rischioso, ma che rappresentava per loro dignità e sostentamento.

La tragedia avvenne alle 14.27 di un sabato. Si era alla vigilia della guerra d’Etiopia, che sarebbe poi scoppiata ad ottobre di quell’anno, e bisognava lavorare anche di sabato. Una scintilla, forse una reazione chimica non controllata, provocò un’esplosione devastante. Intere famiglie furono colpite. Il paese intero si fermò. Oggi, quel tempo sospeso continua a parlarci.

Questa commemorazione è anche un forte richiamo alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Non basta il ricordo: occorre l’impegno concreto, quotidiano, costante. Ogni vittima del lavoro ci chiede – oggi come allora – di non abbassare mai la guardia.
La sicurezza non è un costo, ma un valore fondante della nostra convivenza civile. È una responsabilità che riguarda tutti: i datori di lavoro che devono investire nella prevenzione, i sindacati che devono vigilare e negoziare tutele efficaci, i lavoratori che devono essere formati e ascoltati ed essere prudenti, le istituzioni che devono controllare, normare, accompagnare.

In questa direzione, ricordo con convinzione l’impegno della Prefettura di Varese e di altri enti e uffici, che nel 2023 hanno promosso un importante protocollo d’intesa per la sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, la Camera di Commercio, l’ATS Insubria, l’INAIL, l’INPS, l’Università dell’Insubria, l’Ufficio Scolastico Territoriale, le Forze dell’Ordine e le principali associazioni sindacali e datoriali.
Un documento che ha dato forma a una strategia territoriale condivisa, basata su prevenzione, coordinamento dei controlli, formazione e promozione della cultura della sicurezza, specialmente nei settori più esposti al rischio e nelle scuole.

A questo percorso si sono affiancati sia due importanti convegni organizzati annualmente presso la Camera di Commercio di Varese, sempre promossi dai sottoscrittori del protocollo, sia momenti di confronto tra istituzioni, imprese, scuole, lavoratori e forze sociali. Incontri che hanno aiutato a costruire consapevolezza e a rafforzare le reti di collaborazione.

Proprio per dare continuità a questo impegno, ho avviato le procedure per predisporre il rinnovo del protocollo, scrivendo a tutti i soggetti firmatari per eventuali proposte di modifica allo schema inviato, e ho convocato per il 17 settembre una riunione di coordinamento in Prefettura per definire i nuovi obiettivi e le azioni concrete da attivare nel prossimo triennio e soprattutto per siglare il nuovo protocollo.

È un impegno che tutti sentiamo come prioritario, perché la memoria deve tradursi in responsabilità, e la responsabilità in atti coerenti e duraturi.

Il gesto simbolico del suono della sirena alle 14.27 ci richiama con forza a ciò che avvenne in quell’ora precisa, e ci invita al silenzio, alla memoria, ma anche all’impegno: affinché tragedie del genere non si ripetano mai più.

Un profondo ringraziamento al Sindaco Stefano Ghiringhelli e alla Professoressa Laura Tirelli per aver organizzato una commemorazione così intensa e partecipata.
Un grazie speciale alla Casa Rosa, alle famiglie delle vittime e a tutta la cittadinanza di Taino, che oggi dimostra ancora una volta cosa significa essere comunità.

In rappresentanza di tutti gli enti e uffici che hanno siglato il protocollo di cui ho fatto cenno, porgo il saluto della Repubblica a voi tutti e rinnovo il rispetto e la riconoscenza a tutte le vittime del lavoro, ieri come oggi.

Non dimenticare significa onorare.
E onorare significa continuare a ricordare, insieme, e ad operare per prevenire ogni tipo di incidente sui luoghi di lavoro.