MILANO – Svolta nel caso dell’alterco avvenuto domenica sera all’autogrill di Lainate, dove un turista ebreo francese ha denunciato di essere stato insultato e aggredito per motivi antisemiti alla presenza del figlio di sei anni. A distanza di qualche giorno, arriva ora una versione radicalmente opposta fornita dagli otto protagonisti dall’altra parte della vicenda – uomini e donne italiani di origini arabe – che tramite il loro legale respingono con fermezza le accuse: “Nulla di quanto raccontato dall’uomo corrisponde a verità. Siamo stati noi le vittime”.
Gli otto, accompagnati dal loro avvocato Federico Battistini, hanno sporto querela presso la Procura della Repubblica di Milano e si sono presentati spontaneamente alla Digos per fornire la loro ricostruzione, supportata – sottolineano – da un referto medico che attesta traumi cranici e contusioni da percosse. “Quelle accuse infamanti di antisemitismo vanno rigettate con decisione – afferma il legale – e il video circolato, girato dallo stesso turista, è solo una parte distorta e strumentale di quanto accaduto”.
La ricostruzione alternativa
Secondo la versione del gruppo, tutto è cominciato quando il 52enne francese si sarebbe avvicinato mentre erano al bancone, fissandoli con insistenza, forse per via della lingua parlata o perché alcune delle donne indossavano un ciondolo con la sagoma della Palestina. Poi – sempre stando al loro racconto – l’uomo avrebbe insultato il gruppo in francese con espressioni offensive come “terroristi” e “figli di puttana palestinesi”, parole comprese da uno dei presenti, che conosce bene la lingua.
A quel punto, riferisce l’avvocato, uno dei ragazzi si sarebbe limitato a rispondere ironicamente “Free Palestine”. Poco dopo sarebbero partiti insulti razzisti e minacce, seguiti dalle riprese con lo smartphone che sono finite online. Il video, secondo il legale, non mostra la parte iniziale in cui sarebbe stato il turista a provocare, ma solo la reazione successiva dei suoi assistiti. “Nel filmato – prosegue – si sente lo stesso turista lanciare insulti e provocazioni, inneggiando a Israele con espressioni come ‘Am Yisrael Chai’”.
La presunta aggressione
Il momento culminante si sarebbe verificato all’uscita dei bagni: il turista, dopo essere stato invitato a cancellare il video in quanto lesivo della privacy, avrebbe aggredito fisicamente due dei ragazzi, sferrando prima una testata e poi un pugno. Gli otto riferiscono di essersi recati al pronto soccorso, dove sono state diagnosticate lesioni fisiche. Il turista, invece, non risulterebbe in possesso di alcun referto medico, motivo per cui la Procura ha aperto un fascicolo per percosse aggravate dall’odio razziale ma al momento non per lesioni.
La difesa: “No all’odio, impegno per la pace”
“Nessun antisemitismo – ribadisce il legale –. I miei assistiti sanno bene cosa significa subire discriminazioni e non sono certo persone che incitano all’odio. Sono cittadini italiani perfettamente integrati, impegnati anche in iniziative con ebrei per la convivenza pacifica e contro ogni forma di violenza”.
Adesso spetterà agli inquirenti – Procura e Digos – fare chiarezza su una vicenda che si muove tra due ricostruzioni diametralmente opposte, in un contesto già segnato da forte tensione e sensibilità.