Marsico, una candidatura che parte dal basso? Il centrodestra a un bivio: seguirla o ostacolarla

Il post di Mauro Gregori infiamma il dibattito politico a Varese: come reagirà il Centrodestra, alla ricerca di una figura capace di riprendersi il Capoluogo dopo 11 anni di Galimberti e Pd?

Nel grande laboratorio politico varesino, dove le alleanze si costruiscono spesso a tavolino tra segreterie e tavoli tecnici, sta prendendo forma — forse per la prima volta dopo anni — una possibile candidatura che non nasce dall’alto, ma si impone dal basso. È quella di Luca Marsico, ex consigliere regionale e figura ben nota nell’ambiente politico cittadino, la cui ipotetica discesa in campo come candidato sindaco per il centrodestra ha cominciato a circolare con sempre maggiore insistenza.

La miccia, stavolta, l’ha accesa Mauro Gregori, volto irregolare della politica varesina e anima della pagina social “Varese, io la vedo così”. In un lungo post, Gregori ha espresso il suo endorsement a Marsico, elencandone i meriti e raccontando di una telefonata con Mimmo Esposito, attuale capogruppo in consiglio comunale e storico catalizzatore di consensi per Forza Italia. Esposito, secondo quanto riportato, avrebbe espresso a sua volta pieno sostegno alla candidatura dell’avvocato.

Una mossa che prende in contropiede Forza Italia (e non solo)

Il post, rilanciato direttamente da Marsico sul proprio profilo, ha colto di sorpresa molti dirigenti locali, a partire — si mormora — dal segretario cittadino Salvatore Leggio. Ma il punto non è solo chi sostiene Marsico: è come sta emergendo la sua candidatura. Non frutto di un percorso ordinato tra i livelli locali e regionali di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Lombardia Ideale e Noi Moderati, ma come una spinta che viene direttamente dalla base, dagli elettori, dalle realtà civiche e associative.

Un approccio che scompagina gli equilibri tradizionali, e che il centrodestra — a differenza di un centrosinistra più strutturato e centralizzato — fatica a gestire.

Le carte sul tavolo: un centrodestra diviso e senza un leader naturale

Il vuoto che Marsico sta colmando nasce anche da un’incapacità delle forze politiche tradizionali del centrodestra di esprimere una leadership credibile.
Fratelli d’Italia, partito oggi egemone a livello nazionale, da tempo scalpita per esprimere un proprio candidato a Palazzo Estense, ma i nomi circolati finora — pur provenendo dagli ambienti meloniani — non hanno convinto né per carisma né per radicamento locale.
La Lega, storicamente forte a Varese, attraversa una crisi di consensi profonda e difficilmente avrà la forza politica per imporre un proprio nome senza aprire fratture nella coalizione.
Lombardia Ideale, invece, guarda con favore a Marsico, con cui ci sarebbero già stati contatti e primi abboccamenti.
Più delicata la posizione di Noi Moderati, che potrebbe tentare di giocare la carta Raffaele Cattaneo. Figura esperta e conosciuta, ma considerata da molti un profilo divisivo, che difficilmente metterebbe d’accordo tutte le anime del centrodestra (in primis CL).

Marsico, al contrario, potrebbe rappresentare un punto di convergenza: non è un corpo estraneo ai partiti, ma neppure vincolato a una singola sigla. Ha un profilo civico, ma con solide esperienze istituzionali. Un ponte tra struttura e spontaneità.

Il rischio (o l’opportunità?) di un’investitura popolare

Quel che sta accadendo potrebbe trasformarsi in un bivio politico per l’intera coalizione. Ignorare o frenare una candidatura che trova sponda nei consensi diffusi significherebbe rischiare una frattura con la base. Ma assecondarla significherebbe, per le segreterie, rinunciare a quel controllo pieno che tradizionalmente accompagna la scelta del candidato sindaco.

In mezzo a tutto questo c’è Mimmo Esposito, con il suo pacchetto personale di voti (stimati attorno al 2% del totale cittadino) e una credibilità costruita sul campo. Il suo eventuale appoggio pieno a Marsico sarebbe un segnale chiaro: il centrodestra “vero”, quello che lavora in città, potrebbe essersi già scelto il proprio candidato.

La parabola di Gregori, da sinistra a destra?

Infine, il ruolo di Mauro Gregori: figura sempre fuori dagli schemi, che da anni esercita una forma di opposizione narrativa dal basso. La sua presa di posizione in favore di Marsico sembra disegnare un nuovo asse civico che punta a rimescolare le carte. Dopo una militanza discontinua nel centrosinistra e nel mondo liberal, ora Gregori sembra guardare a un centrodestra più aperto, più pragmatico, meno ideologico.

Marsico potrebbe davvero rappresentare una candidatura “dal basso” capace di costringere i partiti del centrodestra a fare i conti con la realtà. Una realtà in cui le dinamiche dei vertici non bastano più a orientare il consenso. La domanda, ora, è se la coalizione saprà intercettare questa occasione o se, ancora una volta, prevarranno i veti incrociati, che potrebbero spianare la strada al PD per imporre un suo uomo per il dopo Galimberti.