Gallarate, 22 indagati per la protesta di via Curtatone

Dopo mesi di tensioni sul cantiere del nuovo polo scolastico, la procura chiede il processo: tra i nomi spiccano l’ex assessore Colombo e l’attivista Pastorelli

Sono ventidue le persone per le quali il procuratore aggiunto di Busto Arsizio, Franco Belvisi, ha chiesto il rinvio a giudizio al termine dell’inchiesta sulla lunga e accesa protesta che la scorsa estate ha infiammato via Curtatone a Gallarate.

Gli indagati

Nell’elenco figurano l’ex assessore ai Servizi Sociali, Cinzia Colombo, già in giunta con il sindaco Edoardo Guenzani, e Olivia Pastorelli, volto di spicco del comitato Salviamo gli alberi di Gallarate.

Le accuse

A vario titolo vengono contestati i reati di occupazione abusiva di suolo comunale, ostacolo ai lavori di disboscamento e alla realizzazione del polo scolastico, costruzione di strutture sugli alberi per impedirne l’abbattimento, oltre a insulti e lesioni nei confronti degli agenti di polizia impegnati a garantire l’ordine pubblico.
Questi ultimi capi d’accusa non riguardano Colombo e Pastorelli. A uno degli indagati, Maicol Ripani, appartenente al gruppo anarchico Telos di Saronno, viene inoltre contestata la violazione di un foglio di via emesso dal Comune di Gallarate.

Le parti offese individuate dalla procura sono nove, tra cui il Comune di Gallarate.

La protesta dell’estate 2023

La vicenda trae origine dalla decisione dell’amministrazione guidata dal sindaco Andrea Cassani di disboscare l’area di via Curtatone per costruire il nuovo polo scolastico. Una scelta fortemente contrastata dal comitato ambientalista Salviamo gli alberi di Gallarate, da altri gruppi ecologisti e dai Tanuki, attivisti che si erano installati sugli alberi vivendo in casette improvvisate per impedirne il taglio.

Dal mese di agosto fino a ottobre 2023 la zona è stata teatro di occupazioni, proteste, momenti di tensione e scontri verbali con le forze dell’ordine, fino allo sgombero definitivo e all’avvio dei lavori di disboscamento.
Ora, a distanza di un anno, per i protagonisti di quella “estate calda” la procura ha chiesto il processo.