Sparatoria nei boschi dello spaccio, arrestato un trentenne: «Sono innocente»

Tentato omicidio a colpi di pistola e fucile: identificati due aggressori, uno è in carcere, l’altro irreperibile.

SESTO CALENDE – Svolta nelle indagini sull’agguato dello scorso 6 luglio nei boschi della droga: i carabinieri hanno individuato due dei presunti aggressori che, armati di pistola e fucile, aprirono il fuoco contro due giovani marocchini. Uno di loro, un trentenne italiano che si fa chiamare “Youssef” per confondersi tra gli altri pusher, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Francesca Roncarolo, su richiesta del pm Susanna Molteni. È accusato di tentato omicidio.

Il ragazzo, assistito dall’avvocato Daniela D’Emilio, ha respinto ogni addebito dichiarando: «Ero in Liguria con mia madre, lo posso dimostrare». A suo carico ci sono però le testimonianze delle stesse vittime e di diversi tossicodipendenti che frequentano la zona di via Varisnella. Per questo resta in carcere. L’altro indagato, un marocchino di 23 anni, non è ancora stato rintracciato.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, quella sera i due ragazzi aggrediti si trovavano al loro bivacco intenti a vendere droga quando il gruppo rivale – noto come “banda del sacchetto giallo”, dal nome dell’area boschiva che controlla – li avrebbe colti alle spalle aprendo il fuoco con una raffica di circa trenta colpi. I giovani, già noti alle forze dell’ordine per un arresto a Morbegno nel 2023, riuscirono a fuggire feriti e sanguinanti.

Determinante fu la prontezza di una tredicenne, che udì gli spari dal balcone di casa e avvisò il padre: l’uomo chiamò immediatamente il 112, permettendo ai soccorsi di arrivare in tempo e salvare la vita ai due feriti.