Achille Polonara trova la speranza: donatrice compatibile per il trapianto di midollo osseo

Il cestista della Dinamo Sassari affronterà il trapianto tra il 23 e il 24 settembre dopo la leucemia mieloide. La famiglia e lo sport lo sostengono nella sfida più difficile.

Achille Polonara ha trovato una donatrice compatibile al 90% per il trapianto di midollo osseo, fondamentale per combattere la leucemia mieloide che lo ha colpito. È stato lo stesso giocatore a confermare la notizia in un’intervista al Corriere della Sera: «È una ragazza americana compatibile al 90%. C’erano anche altri due donatori al 90%, tra cui un ragazzo tedesco, ma hanno scelto lei perché è stato possibile mettersi in contatto subito».

L’ala della nazionale, attualmente in forza alla Dinamo Sassari, è tornata a Bologna, città in cui ha disputato l’ultimo campionato, dopo aver affrontato la prima fase delle terapie a Valencia. Prima del trapianto, previsto tra il 23 e il 24 settembre, dovrà sottoporsi a un ulteriore ciclo di chemioterapia.

Il lato umano della battaglia

I mesi passati sono stati particolarmente duri per Polonara, che già nel 2023 aveva affrontato un intervento per la rimozione di una neoplasia testicolare. Alla trasmissione Le Iene aveva raccontato momenti di profonda difficoltà: «C’è stato un momento in cui ho pensato di farla finita, poi ho pensato ai miei figli e a mia moglie». Ora, invece, la speranza è tornata: «L’affetto di tante persone mi ha aiutato a restare positivo. I messaggi, le telefonate e soprattutto mia moglie e i miei figli mi danno forza per guardare avanti».

Proprio dai figli arrivano le domande più difficili: «Vitoria, come tutte le bambine, è molto sveglia. Chiede perché vado in ospedale o perché ho perso i capelli, e allora bisogna inventare delle scuse per rispondere».

Il futuro in campo non si ferma

Nonostante la malattia, la mentalità di Polonara rimane quella di uno sportivo competitivo. A proposito del mancato rinnovo con la Virtus Bologna e del trasferimento alla Dinamo Sassari, ha spiegato: «Onestamente mi sarei sentito offeso se mi avessero firmato solo per un gesto di solidarietà. Ho scelto Sassari perché voglio continuare a giocare. Accettare un ruolo da scout significava smettere, invece così posso concentrarmi sulle visite mediche e tornare in campo».