Violenza su minore: svolta in aula a Varese dopo 13 anni, il 4 novembre sarà sentito l’imputato

I difensori hanno sottolineato come sul procedimento incomba il rischio di prescrizione, richiamando l’urgenza di una conclusione dopo oltre tredici anni dai fatti contestati (foto d'archivio)

VARESE – Passo avanti nel lungo e complesso processo per violenza sessuale su minore che si sta celebrando presso il tribunale di Varese. Oggi è stata risolta un’importante questione procedurale che rischiava di causare un ulteriore slittamento dell’iter giudiziario. Al centro del caso, un uomo accusato di aver abusato nel 2011 della figlia del suo migliore amico, all’epoca una bambina di appena sei anni.

La denuncia partì proprio dal padre della piccola, inizialmente indagato per calunnia, accusa da cui è poi stato prosciolto. Il procedimento, affidato al pubblico ministero Carlo Parodi, ha subito negli anni rallentamenti, richieste di archiviazione e fasi di stallo, fino a riprendere vigore anche grazie a un incidente probatorio che ha acquisito dichiarazioni ritenute decisive.

Oggi, davanti alla giudice Stefania Brusa, i legali di parte civile, gli avvocati Furio Artoni e Alessandra Sisti, che assistono i genitori della presunta vittima, hanno ribadito la necessità di arrivare a una sentenza. L’imputato, difeso dall’avvocato Omar Salmoiraghi, sarà esaminato in aula il prossimo 4 novembre, data fissata anche per la discussione finale.

I difensori hanno sottolineato come sul procedimento incomba il rischio di prescrizione, richiamando l’urgenza di una conclusione dopo oltre tredici anni dai fatti contestati. Nel corso del dibattimento sono stati già ascoltati insegnanti, compagni di scuola e i genitori della bambina, tra cui la madre.