LEOPOLI – Momenti di forte tensione per i 110 attivisti italiani del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (MEAN), rimasti bloccati nella notte tra il 4 e il 5 ottobre nei pressi di Leopoli, in Ucraina, a causa di un nuovo attacco aereo russo. Tra i partecipanti anche il legnanese Enrico Gussoni, noto capo scout, che ha raccontato quanto vissuto sui suoi profili social.
Il treno su cui viaggiava il gruppo è stato costretto a fermarsi mentre la città veniva colpita da un raid notturno. Nessun ferito tra gli attivisti, che sono riusciti a lasciare il Paese in sicurezza. Ma la paura è stata tanta.
«Leopoli è stata colpita duramente, mentre passava il nostro treno – ha scritto Gussoni –. Abbiamo sentito le esplosioni, visto i bagliori, i traccianti della contraerea e il ronzio dei droni. La guerra, finora solo percepita, ci è apparsa in tutta la sua brutalità».
Il MEAN è attivo da mesi in Ucraina con iniziative di solidarietà e supporto nonviolento. Questa esperienza – spiegano gli attivisti – rafforza la convinzione della necessità di mantenere alta l’attenzione sull’orrore della guerra e sul sostegno alle popolazioni civili.