TEL AVIV – Israele si ferma oggi per ricordare il secondo anniversario dell’attacco del 7 ottobre 2023, quando i miliziani di Hamas fecero irruzione al Nova Festival, nel deserto del Negev, uccidendo 1.250 persone e rapendone circa 250. Le famiglie delle vittime si ritrovano sul luogo del massacro per una cerimonia di commemorazione e un minuto di silenzio, mentre in Egitto riprendono i negoziati tra Israele e Hamas per un possibile accordo di pace a Gaza.
Il ricordo e le parole dei leader
La premier italiana Giorgia Meloni ha definito il 7 ottobre «una delle pagine più buie della storia», esprimendo vicinanza ai familiari delle vittime e chiedendo «la liberazione degli ostaggi, ancora prigionieri dopo due anni di sofferenze».
Meloni ha inoltre sottolineato la necessità di sostenere «il piano di pace promosso dagli Stati Uniti» e invitato tutte le parti a cogliere «questa fragile occasione per costruire una pace duratura».
Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ricordato su X (ex Twitter) «l’orrore degli attacchi di Hamas» e ribadito l’impegno dell’Unione europea per «il cessate il fuoco e il rilascio immediato degli ostaggi». La leader europea ha richiamato la necessità di «una soluzione a due Stati» come unica via per la stabilità del Medio Oriente.
Dal canto suo, il presidente spagnolo Pedro Sánchez ha condannato «il terrorismo in tutte le sue forme», ma ha anche rivolto un appello al premier israeliano Netanyahu: «Fermi il genocidio del popolo palestinese e apra un corridoio umanitario». Sánchez ha ribadito che «solo il dialogo e la costruzione dei due Stati potranno garantire un futuro di pace».
Il conflitto che continua
Mentre Israele si raccoglie nel ricordo, la situazione sul campo resta drammatica. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, l’esercito israeliano ha condotto una serie di raid in Cisgiordania, arrestando almeno 15 persone tra Ramallah, el-Bireh e il campo profughi di Jalazone.
Al sud, nella Striscia di Gaza, un bambino è stato ucciso e diversi civili sono rimasti feriti in un attacco israeliano a Khan Younis, secondo quanto riferito dall’ospedale al-Amal. Intanto, nel villaggio di Umm al-Khair, a sud di Hebron, coloni israeliani hanno rasi al suolo circa 150 ulivi, aggravando ulteriormente le tensioni nei Territori occupati.
Due anni dopo
Due anni dopo quel 7 ottobre, Israele e Palestina restano imprigionati in una spirale di violenza e dolore. Ma mentre le famiglie piangono i propri cari, cresce anche l’attesa per un accordo di pace fragile ma possibile.
Il ricordo delle vittime del Nova Festival diventa così, ancora una volta, un appello alla memoria e alla responsabilità, nella speranza che il prossimo anniversario possa essere celebrato in un clima di riconciliazione e non più di guerra.