Presidio a Malpensa contro gli F-35 destinati a Israele: “Non un chiodo per la guerra”

Una sessantina di manifestanti davanti al Terminal 1: protesta pacifica organizzata dai Giovani Palestinesi d’Italia e dall’Usb.

MALPENSA – Una sessantina di persone ha preso parte nella serata di lunedì 20 ottobre al presidio organizzato dai Giovani Palestinesi d’Italia e dal sindacato di base Usb davanti al Terminal 1 dell’aeroporto di Milano Malpensa. L’iniziativa, annunciata nei giorni scorsi, aveva come obiettivo chiedere lo stop alla partenza di alcune componenti dei caccia F-35 prodotte nello stabilimento Leonardo di Cameri, in provincia di Novara, e destinate a Israele.

Sotto lo slogan «Non un chiodo per Israele», i manifestanti – in gran parte giovani con le bandiere palestinesi tra le mani – hanno denunciato il coinvolgimento dell’Italia nella filiera militare: «Da qui partono ali di aerei che vengono poi usati per bombardare Gaza. È inaccettabile che dal nostro territorio transitino strumenti di morte», hanno affermato gli organizzatori.

Il presidio, che si è svolto nell’area arrivi del Terminal 1 davanti alla porta 1, non ha mai tentato di spostarsi verso la Cargo City, dove sarebbe in transito il carico contestato. A differenza di quanto accaduto in altre città italiane, come Firenze, non si sono registrati momenti di tensione: la manifestazione si è conclusa in modo ordinato, sotto la vigilanza delle forze dell’ordine, presenti in numero consistente per garantire la sicurezza.

Tra cori e megafoni, i partecipanti hanno lanciato messaggi forti e diretti: «Giù le mani dai bambini», «Se combatti il sionismo non è terrorismo ma resistenza», e ancora l’appello a un “embargo popolare totale sulle armi verso Israele”. L’intento, spiegano i promotori, era quello di lanciare un segnale simbolico ma chiaro anche da uno dei principali scali italiani: «La guerra non è mai lontana quando l’Italia contribuisce alla produzione di armi».

Usb, che ha curato i rapporti con le autorità aeroportuali, ha definito il presidio «pacifico e rispettoso delle regole, ma fermo nel messaggio politico». Tra gli striscioni esposti, anche la frase: «Il vero sostegno al popolo palestinese è togliere ogni risorsa a chi compie genocidi impuniti».

Una protesta contenuta nei numeri ma determinata nei toni, che da Malpensa si aggiunge al lungo elenco di mobilitazioni svolte in tutta Italia per chiedere uno stop al commercio di armi verso Israele.