VARESE – Il progetto del gestore unico provinciale dei rifiuti entra nel vivo. Dopo mesi di analisi e confronti, la proposta lanciata dal presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, è pronta ad approdare alla Fase 2: quella operativa, ma solo se i sindaci diranno sì.
Negli ultimi mesi, gli uffici di Villa Recalcati hanno lavorato a un’analisi dettagliata del sistema di produzione, raccolta e smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, con l’obiettivo di delineare i punti di partenza per un servizio unificato e più efficiente.
Verso lo studio tecnico
Il prossimo passaggio sarà decisivo. Giovedì 23 ottobre, i primi cittadini o i loro vice sono stati convocati a Villa Recalcati per un’assemblea dedicata al tema. Non si voterà ancora per l’attuazione del gestore unico, ma per autorizzare uno studio tecnico approfondito.
In caso di esito positivo, la Provincia affiderà ad Alfa – la società pubblica che già gestisce il servizio idrico integrato – il compito di incaricare una società indipendente per raccogliere dai Comuni dati su tariffe, costi, contratti e quantità di rifiuti conferiti. L’obiettivo è costruire un quadro aggiornato e coerente con le linee guida di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.
Dal dibattito politico al confronto operativo
L’idea del gestore unico non è nuova: era stata presentata a fine luglio, in un incontro promosso dallo stesso Magrini. Subito il tema aveva acceso il dibattito politico. Tra i primi a esprimere sostegno al progetto erano stati Salvatore Marino (Fratelli d’Italia) e Andrea Cassani (Lega), che si erano detti favorevoli all’avvio del processo di unificazione.
Un entusiasmo che, però, aveva suscitato qualche irrigidimento negli altri schieramenti, preoccupati che la questione potesse diventare terreno di scontro politico. Magrini, per contro, aveva ribadito che il percorso dovrà essere condiviso con gli amministratori locali, indipendentemente dalle appartenenze partitiche.
Obiettivi e criticità
Sul piano tecnico e gestionale, l’idea di un unico gestore provinciale appare solida: ridurre il frazionamento attuale potrebbe garantire economie di scala, maggiore uniformità nei servizi e, auspicabilmente, una riduzione dei costi per i cittadini. Un sistema omogeneo renderebbe anche più semplice e chiara la raccolta differenziata, oggi gestita con regole diverse da Comune a Comune.
Non mancano, però, dubbi e resistenze. Alcuni operatori locali, già attivi nella gestione dei rifiuti, temono di essere esclusi o assorbiti nel nuovo sistema. In particolare, realtà come quella di Busto Arsizio, dove la società che gestisce il servizio si sta rafforzando in vista di possibili aggregazioni, guardano con cautela al progetto.
Il percorso, dunque, si preannuncia complesso. Giovedì sarà solo il primo passo concreto per capire se la Provincia e i Comuni sono pronti a imboccare insieme la strada verso un modello unico di gestione dei rifiuti.